NIKI APRILE GATTI, 3° INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DALL’ONOREVOLE ELIO LANNUTTI

 Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04216

Atto n. 4-04216

Pubblicato il 6 dicembre 2010
Seduta n. 468

LANNUTTI – Al Ministro della giustizia. –

Premesso che:

il 24 giugno 2008 Niki Aprile Gatti, 26 anni, muore dopo appena 4 giorni dal suo arresto nel carcere di Sollicciano (FI) apparentemente per un suicidio inspiegabile, in cui sebbene le indagini a quanto risulta all’interrogante paiono mostrare l’impossibilità di tale spiegazione la Procura di Firenze chiude le indagini archiviandole come un suicidio;

con la decisione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze di archiviare l’indagine sulla sua morte (nonostante la dura opposizione di sua madre, Ornella Gemini, spesso definita “madre-coraggio” per la straordinaria tenacia dimostrata durante questa durissima battaglia), Niki Aprile Gatti torna ad essere a tutti gli effetti, ma contro ogni logica, un “suicida”;

Gatti viveva a San Marino dove lavorava come informatico per il gruppo di aziende oggetto dell’inchiesta Premium che vede incriminate la Oscorp SpA, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre società con sede a Londra;

Gatti, incensurato, viene arrestato dopo essersi costituito e aver chiesto di testimoniare nell’inchiesta Premium, ma non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, nel carcere di massima sicurezza;

apparentemente la morte di Niki Aprile Gatti è il più classico dei suicidi perché viene trovato impiccato ad una corda costruita con strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella numero 10, IV sezione, del carcere, ma ancora oggi tante cose continuano a far pensare che si tratti di un suicidio simulato;

continua a destare sospetti il fatto che la morte di Gatti sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere. Così come li desta la misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti;

le testimonianze dei suoi due compagni di stanza, fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano;

le testimonianze dei tanti che hanno visto Gatti negli ultimi giorni di vita in carcere ne attestano la totale serenità di spirito e la sua decisione di collaborare liberamente con gli inquirenti;

non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi, così come non trova spiegazione la presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto jeans;

in particolare la madre di Niki Gatti, nel sottolineare le molteplici anomalie che hanno caratterizzato la morte del figlio, analizza le dichiarazioni rilasciate al quotidiano “La Repubblica” del 25 giugno 2008, sezione Firenze (data successiva al decesso), da Franco Corleone, quale Garante per i diritti dei detenuti, in una intervista rilasciata alla giornalista Laura Montanari, dopo un colloquio avuto col Direttore del Carcere di Sollicciano e con gli agenti di custodia, quando afferma che: ieri mattina alle 10 “Aprile Gatti aveva avuto la sua ora d’aria, era rientrato in cella, aveva scambiato qualche parola con un agente sul processo, ed alle ore 11 uno dei suoi compagni di cella era andato in infermeria per prendere del metadone un altro era rimasto lì. Lui si è chiuso nel bagno e si è impiccato”;

dalle dichiarazioni rilasciate dai soggetti escussi nell’indagine nonché dalla documentazione fotografica acquisita non risulta che Niki fosse andato a “passeggio”. Infatti, in nessun atto emerge la circostanza che Aprile Gatti Niki avrebbe profittato dell’ora d’aria. Invero, sull’ora d’aria cui beneficiano i detenuti dalle ore 9,30 alle ore 10,30 gli atti amministrativi interni del carcere recano un inspiegabile vuoto illustrativo nella prima archiviazione. Nella seconda si accerta: “Niki Aprile Gatti non ha beneficiato dell’ora d’aria”. Nella prova fotografica Niki al momento del fatto indossava ancora il pigiama;

non vi è rispondenza neppure con l’ora del decesso, laddove nel citato articolo viene riferita alle ore 11, mentre dal medico sanitario che ne ha curato l’autopsia l’ora del decesso viene indicata alle ore 10 (ora di chiamata al 118, ore 11,15);

lo stesso garante sostiene che il ragazzo “Forse si è scoraggiato pensando a una lunga detenzione. So che aveva cambiato avvocato, altro segno di inquietudine”;

con telegramma del 20 giugno 2008 con un ordine categorico, si invitava Aprile Gatti Niki a nominare un altro avvocato. Pur sapendo (chi ha effettuato questo telegramma) di andare contro la volontà della madre Ornella Gemini, che in merito a tale decisione aveva ravvisato l’inopportunità di un tale cambiamento. Non fu dunque Niki a voler cambiare legale, ma evidentemente un altro soggetto;

i jeans di Gatti sono perfettamente integri anche se tutti i giornali riportavano la storia secondo cui Niki avesse fatto delle strisce ai jeans e si fosse ucciso così, unendo le stringhe delle scarpe alle strisce di stoffa;

l’agente di custodia che ha parlato con Niki per ultimo, alle ore 10 riferisce: “Niki mi chiama chiedendomi informazioni in merito all’esito dell’interrogatorio di garanzia avvenuto il giorno prima; io lo rassicuro dicendogli che non avendo ancora ricevuto nulla di scritto non era per niente scontata la sua permanenza in carcere in quanto una eventuale scarcerazione poteva sopraggiungere in qualsiasi momento; tuttavia entro l’indomani mattina (25 giugno) attraverso la matricola gli si sarebbero date ulteriori informazioni e tutti gli aggiornamenti in merito alla sua posizione giuridica; il detenuto appariva soddisfatto e sereno ringraziandomi della risposta ricevuta, mentre io proseguivo nell’attività di accertamento numerico”;

nella stessa identica ora, le 10, in cui avveniva questo colloquio, non aspettando neanche il giorno dopo per verificare se gli fosse stata concessa la carcerazione, Niki Gatti muore;

la psicologa riferisce: “Questi era sicuro che la sua permanenza nell’istituto fosse di breve durata e che sarebbe stato scarcerato una volta avuta la possibilità di andare in udienza e spiegare le sue ragioni davanti al giudice; il soggetto aveva dimostrato una capacità di gestire cognitivamente ed emotivamente la situazione in cui si era venuto a trovare dopo l’arresto; il tono dell’umore era normale, aveva uno stato ansioso reattivo lieve, congruo alla situazione che stava vivendo; era assente l’ideazione suicidaria, non aveva avuto precedenti psichiatrici, nè mai manifestato problematiche psicologiche, riferiva di non far uso di sostanze stupefacenti”. Lo psicologo precisava che non aveva ritenuto di segnalarlo per un ulteriore colloquio con la psicologa in quanto non considerava il caso di tale gravità da sottoporlo ad un colloquio ravvicinato nel tempo;

nell’inchiesta Premium erano state arrestate 18 persone (di cui alcune anche molto importanti) secondo alcuni giornali c’era anche l’ombra della mafia; di questi 18 Gatti è stato l’unico a non volersi avvalere della “facoltà di non rispondere” e l’unico al quale hanno cambiato Avvocato;

l’appartamento dove Gatti viveva in affitto dopo 15 giorni dalla sua morte è stato completamente “ripulito”;

i forti dubbi intorno alla morte di Niki Aprile Gatti sono stati sollevati dall’interrogante in una precedente interrogazione che non ha ancora avuto risposta (atto sindacato ispettivo n.4-03187);

considerato che:

la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb, il più grande scandalo economico e politico degli ultimi tempi, si è configurata da subito come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle regole degli inganni e degli insabbiamenti cha hanno unito mafia (le ‘ndrine di Isola Capo Rizzuto), politica (l’ex senatore del Popolo della libertà Nicola Pao

lo Di Girolamo), compagnie telefoniche internazionali (Telecom e Fastweb), figure legate all’alta finanza e alla criminalità organizzata (Gennaro Mokbel), ufficiali delle Forze dell’ordine (Polizia di Stato e Guardia di finanza) e alcuni commercialisti di fiducia;

l’intricata vicenda internazionale ruota attorno ad una serie innumerevole di giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San Marino e Londra, Hong Kong e Isole Cayman, per poi affluire in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani;

è proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta Premium,

si chiede di sapere:

come sia possibile che in un carcere di massima sicurezza si consegni un telegramma ad un detenuto in “isolamento” senza controllare e che il direttore non lo sappia;

come abbia potuto il Garante per i diritti dei detenuti leggere il “cambio di avvocato” da parte di Gatti come un suo “cenno di cedimento”;

quali misure urgenti intenda assumere il Governo al fine di dare risposta ai numerosi dubbi che pesano sulla morte di Niki Aprile Gatti affinché la sua storia e la sua fine non vadano ad inserirsi in quel vastissimo spazio di “Misteri d’Italia”;

a che punto si trovi l’inchiesta Premium, se ci siano stati rinvii a giudizio oppure archiviazioni;

se risulti da chi abbiano avuto gli organi di stampa la notizia errata secondo cui Gatti avrebbe ritagliato i propri jeans per usare le strisce ricavate e i lacci di scarpe per impiccarsi e, comunque, con cosa avrebbe potuto sfrangiarli;

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, alla luce della truffa internazionale che configura la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb, che ha rivelato un articolato puzzle che ruota attorno ad una serie innumerevole di ingenti flussi di denaro tra San Marino e Londra, Hong Kong e Isole Cayman, per poi affluire come un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani, valutare e verificare la possibilità che vi possa essere un filo conduttore tra la vicenda “Premium”, il centro di spionaggio di Telecom Italia, la morte di Niki Aprile Gatti e lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb, considerato che lo steso asse San Marino-Londra spunta in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee quali Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta Premium per l’appunto;

se non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto in premessa, attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento per dare giustizia ad una madre, Ornella Gemini, e diradare le nebbie che avvolgono la misteriosa morte di un giovane di 26 anni.

articolo tempo 1

….ANCHE A QUESTA TERZA  INTERROGAZIONE….MAI AVUTA RISPOSTA


Condividi su Facebook

3 pensieri su “NIKI APRILE GATTI, 3° INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DALL’ONOREVOLE ELIO LANNUTTI

  1. L'incarcerato

    Vero, si capisce molto da queste interrogazioni parlamentari: soprattutto la non risposta. Dovrebbe saltare subito all’occhio di qualsiasi persona attenta visto l’evidente anomalia: come mai per le altre interrogazioni parlamentari riguardanti le altre morti in carcere, qualche risposta (seppur di circostanza) c’è stata e quella riguardante Niki no? E’ molto imbarazzante.

    Rispondi
  2. COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER NIKI

    Infatti L’Incarcerato….
    noi abbiamo visto come il “silenzio” nella storia di Niki
    ha fatto da padrone in ogni direzione

    VERITA’ E GIUSTIZIA PER NIKI

    Rispondi

Rispondi a L'incarcerato Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *