Archivio mensile:Marzo 2015

NIKI APRILE GATTI,L’HUFFINGTON POST, E UN’ALTRA PASQUA SENZA TE

bacio“Quando il Meglio è via, so che tutte le altre cose sono senza importanza. Il Cuore vuole ciò che vuole, il resto non gli importa…”
(Emily Dickinson)

….Ascolto gli uccelli che ad ogni primavera tornano ai nostri balconi e ciò che prima mi piaceva tanto, il risveglio della natura, i progetti per una estate da vivere, le finestre aperte, gli odori, i sensi….ora mi innervosiscono, mi angosciano, non mi arrendo alle stagioni che si accavallano senza di te….il mio grido costante:Dio cosa ti ho fatto?? Perchè?? Ho aiutato molte persone, ho sempre lavorato tantissimo, ho cercato     sempre il bene , Perchè??? Perchè tutto questo dolore?? Mai, mai ho detto perchè a Niki….non doveva accadere a Nessuno quello che è accaduto a Lui….

E per una volta Dio che ti ho chiesto di aiutare il mio Niki, tu non c’eri  per me……Dov’è il tuo Amore?? Dove la tua generosità?????

E’ tutto finito…..niente piu’ presente con Niki ..nè futuro…..solo passato….sopravvivo con la testa girata all’indietro…

La presenza della sua Anima l’avverto…ma quanto mi manca la sua presenza fisica!!!!!! Sono immersa nel mio dolore terreno, il mondo spirituale da me tanto studiato in anni “non sospetti” sperimentato, avvicinato, mi ha tradita…..dovevo essere in grado di riconoscere il male (anche se ben celato), la meschinità, la cattiveria……

Esce l’Articolo su Niki anche nell’Huffington post

Un’indagine, un morto, ma è stato tutto per un errore

Ornella Gemini è una donna che non può darsi pace. Suo figlio Niki Aprile Gatti è morto nel 2008 nel carcere di Solliciano: suicidio secondo gli inquirenti, suicidio simulato secondo lei. Ornella Gemini l’ho conosciuta lo scorso giugno ad Avezzano (ne ho parlato qui) e qualche giorno fa mi ha scritto e mi ha segnalato che nell’udienza preliminare che si è tenuta i primi di marzo (a sette anni e passa dagli arresti preventivi si parla ancora di udienza preliminare!) è emerso che la procura di Firenze che condusse l’operazione Premium su una presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe telematiche – inchiesta da cui scaturì l’arresto di 17 persone, tra le quali suo figlio – non aveva competenza sul caso e che il caso spettava invece alla procura di Arezzo.

Un dolore in più per Ornella Gemini: da anni lotta perché emerga la verità sulla morte di suo figlio, ora scopre che il pubblico ministero che aveva ordinato il suo arresto non aveva titolo per farlo… Ma soprattutto scopre “che se quel pm non avesse indagato sul caso Premium (non potendolo fare) Niki non sarebbe stato arrestato e sarebbe ancora vivo”. Intervistata da Il Garantista ha detto: “Cosa devo pensare? Che ho perso un figlio che era la mia vita per errore? Sono pronta ad azzerare tutto, fatemi tornare a casa mio figlio, una casa in cui dal 24 giugno 2008 non si vive più”.

“Se non avesse indagato…non potendolo fare”. Leggo e rileggo queste parole. Perché mi fanno pensare che l’errore di base sta proprio qui: nella pratica dell’indagine giudiziaria che sbatte la gente in galera per farla parlare, una pratica che da Mani pulite in poi, ma certo anche da prima, avvolge e controlla ogni momento della nostra vita. Indagine che diventa battaglia personale del bene contro il male dove la vittoria è sempre e soltanto l’arresto preventivo e il carcere. Ha detto bene poche settimane fa il presidente della Repubblica Mattarella all’inaugurazione dei corsi della Scuola superiore della magistratura a Scandicci: “Al magistrato si richiede profonda coscienza del ruolo e dell’etica della professione…un compito né di protagonista assoluto nel processo né di burocratico amministratore di giustizia”. E per essere più chiaro Mattarella ha aggiunto: “Vale sempre il monito di Calamandrei: “Il pericolo maggiore che in una democrazia minaccia i giudici è quello dell’assuefazione, dell’indifferenza burocratica, dell’irresponsabilità anonima”.

Un’irresponsabilità anonima che, come appare, ha permesso nel 2008 l’arresto di Niki Aprile Gatti in base a una indagine che gli inquirenti fiorentini non potevano fare. Un errore certo… può capitare… ma che capita proprio per “assuefazione, indifferenza burocratica, irresponsabilità anonima”, per quella guerra personale messa in atto da certi pm-sceriffi che si credono padroni e domini della vita degli uomini. “La giustizia – diceva Josè Saramago – non serve a niente se non si pone al servizio dell’uomo. Perché altrimenti ci possono essere leggi ingiuste e una giustizia corrotta”. (Francesco Lo Piccolo)

Stendiamo davvero un velo pietoso sulla “giustizia”….non giudico non conoscendo gli atti, ognuno si sarà fatta la propria opinione negli 8 anni del caso di Amanda Knox e Raffaele Sollecito per l’accusa di aver ucciso Meredith Kercher, ed ora assolti definitivamente.

Mi chiedo però, se le sentenze si rispettano, quale delle 4 diametralmente opposte è da rispettare?? La Verità è che la giustizia è un tritacarne e se ci capiti (per tua disgrazia) dentro, hai finito di vivere….in un senso ….o nell’altro!

LA TRIBUNA DI SAN MARINO

LATRIBUNA

Il Centro

GIORN

…..e  un’altra Pasqua senza di Te….♥ ♥

PASQUAPULCINO

E pure il tuo figlio

E pure il tuo figlio
il divino tuo figlio, il figlio
che ti incarna, l’amato
unico figlio uguale
a nessuno, anche lui
ha gridato,
alto sul mondo:
“Perché…!”
Era l’urlo degli oceani
l’urlo dell’animale ferito
l’urlo del ventre squarciato
della partoriente
urlo della stessa morte:” Perché””.
E tu non puoi rispondere
non puoi…
Condizionata onnipotenza sei!
Pretendere altro è vano.

(David Maria Turoldo)

Ti Amo Shalom Mammapersempre

….Buona Pasqua Amore mio…. ovunque tu sia ♥ ♥ 


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NIKI APRILE GATTI, IL GARANTISTA E….SCUSATE, AZZERIAMO TUTTO…..

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Leggo sul Corriere di Arezzo:

Mancini e Cappietti, processo flop: si riparte da Arezzo

I giudici fiorentini che nel 2008 spedirono in cella Piero Mancini, allora presidente dell’Arezzo e imprenditore di successo, e Giovanni Cappietti, insieme ad un’altra decina di persone, non avevano competenza sul caso: spettava invece al tribunale di Arezzo occuparsi della presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe telematiche con i numeri 899. A questa conclusione si è arrivati soltanto oggi, mercoledì 28 gennaio 2015, a sei anni e mezzo dai fatti che per Mancini segnarono l’inizio dei guai culminati nella messa in amministrazione straordinaria del suo impero, la Ciet. Si è infatti svolta a Firenze dopo lunghissima incubazione, davanti al gup David Monti, l’udienza preliminare (!) per la vicenda Flynet. Ed è emerso che trattandosi di un fascicolo del 2007, non poteva essere applicata la disposizione che affida i reati di questo genere alla procura della Direzione distrettuale. Quindi il processo è stato azzerato e i faldoni per competenza arriveranno ad Arezzo dove tutto deve ricominciare quasi da capo. Mentre i tempi della prescrizione sono dietro l’angolo. E’ stato l’avvocato Luca Fanfani con una eccezione a mandare in tilt il procedimento penale che quindi non si reggeva su basi solide. L’inchiesta riguardava gli inganni telefonici e con le connessioni a internet: inconsapevolmente gli utenti venivano veicolati su numeri ad alto valore aggiunto, i premium. Da questo giochetto (del quale secondo le difese Mancini e Cappietti non erano a conoscenza) a trarne beneficiio erano soprattutto le società cui erano affidati i servizi. L’inchiesta all’epoca fece molto rumore. Uno degli arrestati si tolse la vita in carcere. La procura distrettuale si riteneva titolare del caso avendo anche contestato il riciclaggio a favore di una associazione mafiosa, ma un paio di anni dopo emerse l’infondatezza di tale ipotesi. Il resto è andato avanti fino ad oggi sul binario sbagliato. Tutto ripartirà da Arezzo.

Leggo e non credo ai miei occhi……. “UNO”????????????AZZERARE??????IL BINARIO SBAGLIATO??????? IO HO PERSO UN FIGLIO CHE ERA TUTTA LA MIA VITA!!!!

Commentiamo immediatamente io, mia sorella, Andreina Ghionna….NULLA, NON VENGONO PUBBLICATI I COMMENTI…. PERCHE’?????????????

garantista

nioggi

Oggi (04/03/2015) è uscito “IL  GARANTISTA” con una mia intervista, ecco l’Articolo:

«Non potevamo arrestare Niki», lui però è morto

La procura di Firenze che condusse nel 2008 l’operazione premium da cui scaturì l’arresto di 17 persone – tra le quali Niki Aprile Gatti, morto nel carcere di Sollicciano in circostanze poco chiare – non aveva competenza sul caso. È quello che è emerso durante l’udienza preliminare della settimana scorsa celebrata dopo ben sette anni dagli arresti preventivi.

Un caso clamoroso: i pm fiorentini che nel 2008 spedirono in custodia cautelare decine di indagati – tra i quali pezzi grossi come Piero Mancini, allora presidente dell’Arezzo e imprenditore di successo, e Giovanni Cappietti – non avevano competenza sul caso: spettava invece al la procura di Arezzo occuparsi della presunta associazione a delinquere finalizzata alle truffe telematiche con i numeri 899.

Una vicenda inquietante, un tortuoso percorso giudiziario dalle tinte fosche se si pensa che nell’ambito di quella inchiesta muore Niki Aprile Gatti.

Noi de Il Garantista abbiamo raggiunto Ornella Geminila madre del ragazzo che da anni lotta per avere verità e giustizia – e commenta la notizia con dolore: «Apprendo che i giudici fiorentini nemmeno dovevano aprire l’inchiesta per cui Niki era indagato, apprendo che eventualmente la procura doveva essere quella di Arezzo, apprendo che riparte tutto da lì e che tutto ciò che si è svolto è stato azzerato!».

Ornella Gemini a questo punto continua con dolore e rabbia : «Azzerato? Hanno azzerato anche mio figlio portandolo a Firenze. Ma a questo punto mi domando se mio figlio a Sollicciano ci doveva stare, oppure non era il carcere di competenza? Hanno azzerato il riciclaggio di denaro sporco a favore di un’associazione mafiosa, azzerato tutto. Si riparte da zero. Come si azzerano i presunti contatti con la mafia?».

 La madre di Niki non si dà pace: «Da zero? E mio figlio che era in custodia ”cautelare” come è stato cautelato dallo stato Italiano? Portandolo in un carcere duro e ”lasciandogli” i lacci? Consegnandogli un telegramma che non avrebbero dovuto ricevere visto che era in isolamento? Affiancandogli un avvocato che nulla aveva a che fare con il nostro contesto? Mettendolo in cella da incensurato con due detenuti ad alta pericolosità? Non consentendogli di fatto i contatti con la famiglia? Cosa devo pensare. che se si fosse avvalso della facoltà di non rispondere oggi sarebbe vivo? Devo pensare che è stato tutto un errore e che tutto verrà archiviato o prescritto? E perché hanno svaligiato il suo appartamento dopo la morte, queste persone cosa cercavano?».

Ornella continua: «Che azzerassero allora anche le archiviazioni per suicidio! Visto che mio figlio mai si sarebbe suicidato, devo pensare che non sono stati valutati a Firenze tutti gli elementi che avevano a disposizione?». E conclude: «Non ci ho creduto neppure per un attimo, così come non lo crede chi ha conosciuto Niki in vita e chi ha avuto modo di conoscere la sua vicenda attraverso il suo blog. Cosa devo pensare che ho perso un figlio che era la mia vita per errore? Sono pronta ad azzerare tutto, fatemi tornare a casa mio figlio, una casa in cui dal 24 giugno 2008 non si vive più!».

La vicenda di Niki Aprile Gatti è piena di ombre. Muore all’età di 26 anni nel carcere di Sollicciano il 24 giugno del 2008, all’interno della cella numero 10, IV sezione. Era in carcerazione preventiva da appena quattro giorni. Ufficialmente si sarebbe suicidato con un laccio delle sue scarpe annodato alla grata della finestra del bagno.

Ma per i familiari ci sono elementi e discordanze che fanno pensare a un suicidio simulato: il verbale del carcere attesta un sereno dialogo tra Niki e un agente alle ore 10 del 24 giugno, stessa ora e data in cui la perizia indica la morte di Niki; c’è il dubbio sul fatto che un laccio di scarpe possa sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi; ci sono testimonianze discordanti dei due compagni di cella; c’è la presenza illegittima dei lacci di scarpe nella cella con due detenuti autolesionisti e ad alta sorveglianza; l’autopsia in un primo momento parla di impiccagione con strisce di jeans, nonostante l’evidenza del segno sottilissimo sul collo e la restituzione dei medesimi pantaloni intatti.

Niki Aprile Gatti viene arrestato il 19 giugno del 2008 a San Marino, insieme ad altre diciassette persone, con l’accusa di presunta frode informatica nell’ambito dell’inchiesta Premium: incriminate la Oscorp SpA (dove lavorava Niki), Orange, OT&T e Tms, tutte residenti a San Marino; la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre “società offshore” con sede a Londra.

L’inchiesta Premium è stata avviata grazie alle denunce di migliaia di utenti di Firenze e Arezzo truffati a causa della tariffa maggiorata degli 899 o attraverso connessioni illegali a internet. Tale inchiesta si è andata a intrecciare ad altre indagini che approdano al filone perugino legato alle dichiarazioni del pluripentito – e molto spesso smentito per le sue dichiarazioni fasulle – Salvatore Menzo: mafia, broker che viaggiavano tra Londra e l’Italia, business di compagnie telefoniche, odor di riciclaggio riciclaggio di denaro sporco tramite società finanziarie, omicidi, conoscenze importanti come un esponente importante della Guardia di Finanza.  Uno degli indagati dell’inchiesta Premium era stato intercettato mentre parlava con il mafioso Salvatore Menzo per aiutarlo a riciclare il denaro – si parla di 55 milioni di euro – tramite lo Stato di San Marino.

 Niki Aprile Gatti non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, presso quello di Sollicciano.

Al termine dell’interrogatorio di garanzia, Niki è l’unico tra gli indagati a non avvalersi della facoltà di non rispondere. Si dichiara innocente e vuole uscire dal carcere al più presto. Nonostante ciò, gli viene confermata la custodia cautelare: poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno 2008, Niki viene trovato morto dai suoi compagni di stanza.

La madre, Ornella Gemini, viene avvisata direttamente sul suo cellulare: rito inusuale e senza rispetto del protocollo. Niki, secondo i familiari e gli avvocati, è stato ucciso proprio perché, da innocente, forse poteva rivelare alcuni elementi che avrebbero potuto creare enormi problemi.

Il Magistrato Lupi ha archiviato definitivamente la morte di Niki come suicidio. Ma senza chiarire le contraddizioni ben esposte dall’opposizione fatta dai familiari della vittima.

La prima opposizione fatta dalla famiglia, tra l’altro, sparì misteriosamente nei meandri della Procura. Così come sparirono i computer nell’appartamento di Niki a San Marino e che non furono mai sequestrati dalla Procura di Firenze: ma Niki non era stato arrestato e rinchiuso preventivamente in galera proprio per reati informatici? Ad oggi, domande senza risposta e con un’altra inquietante notizia: la Procura di Firenze non era di competenza e il processo si è azzerato. La prescrizione è vicina.

 

URLERO’ FINO ALLA FINE DEI MIEI GIORNI!!!!!!!!!!!!!!!! LA VERITA’ VERRA’ FUORI!!!

Tutta questa faccenda (che seguo giorno e notte da 7 anni) è il quadro dell’Italia ……Procure, “suicidi”, organi di stampa…. “prescrizioni”

 Un ringraziamento al Direttore del giornale “Il Garantista” e al Giornalista Damiano Aliprandi.

 

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NIKI APRILE GATTI, ED IL VOLTO DELLA IN-GIUSTIZIA

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“Date parole al vostro dolore, il dolore che non parla sussurra al cuore troppo gonfio e lo invita a spezzarsi” 

(Shakespeare, Macbeth)

 Da quasi sette anni non posso più abbracciarlo….ridere con lui, parlare… Questa è la dura realtà, inaccettabile e devastante: quando si torna a casa è forse il momento piu’ triste… lui non c’è. Non c’è  la sua voce, il ticchettio costante delle sue dita sulla tastiera del Pc provenire dalla sua camera, non c’è il suo sguardo, il suo sorriso, le sue costanti battute su di me…le risate con il fratellino… Era il canto della mia Anima…Tutto ti riporta a lui…una frase,una fotografia, un oggetto, il vedere un ragazzo con la mamma entrare in libreria…..quante volte fatte insieme queste cose!!!

E poi il continuo interrogarsi sul “mistero” dell’assenza…ci si racconta di tutto pur di andare avanti…ma la realtà….ci si rifugia in un luogo fuori dal tempo dove i ricordi prendono forma e scorrono dentro di me..un amore silezioso e impenetrabile…il nostro!

Certo la Giustizia negata non aiuta…..in sette anni sono passati diversi Ministri di Giustizia (4 ..5…????) sono state inoltrate  4 Interrogazioni Parlamentari e altrettanti solleciti …ma Nessuno e ribadisco Nessuno che si sia preso la responsabilità di avviare una seria ispezione, prendere in mano gli atti …verificare… sulla morte del mio Niki.
Il nostro è un Paese in cui si parla di un “caso” fino a quando desta interesse…poi si passa al prossimo, e la soluzione del precedente non interessa piu’ a nessuno…si va Avanti, anzi si considera in gergo tecnico “un caso freddo”……Freddo??????? Per la sua famiglia brucia!!!! E dovrebbe esserlo per qualunque Società Civile, non si lasciano casi e casi senza Verità e senza Giustizia….su cosa poggia l’andare avanti???

Per la sua Famiglia e coloro che lo hanno amato, Niki non è un “caso giudiziario” un fatto di cronaca caldo/freddo…era uno splendido ragazzo amatissimo….da tutti, il suo sorriso conquistava  anche sconosciuti..la sua camera una volta laboratorio ricco di idee geniali…ora silenzioso  museo…

E’ un rapporto difficilissimo quello tra il cittadino e la giustizia, che deve essere rivisto nella sua totalità per dare al sistema un volto nuovo. E alle persone la certezza che chi sbaglia paga, che l’Innocente è sempre tutelato da qualunque parte si trovi e che la responsabilità deve essere accertata di fronte alla flagranza di reato, perchè diversamente si costruiscono due Vittime, quella vera e quella di chi accusato ingiustamente, viene dato in pasto  ad un sistema di comunicazione che ti uccide prima….Si deve essere certi della colpevolezza prima di sbattere in carcere una persona e di mostrarla  in manette…….La custodia cautelare dovrebbe sparire….o comunque tutelare al massimo il presunto imputato non buttarlo nell’arena delle carceri italiane dove purtroppo c’è anche chi colpevole lo è ….

Niki, incensurato, mai avuto problemi con la giustizia, arrestato in una maxi operazione  in cui c’erano                  Telecom-Società-Ombra…MAFIA-…(di cui gli esiti a distanza di 7 anni non si conoscono….) voleva collaborare con i Magistrati…dire quello che sapeva…in Custodia Cautelare per una ipotesi di reato “Truffa Informatica” è stato rinchiuso in un carcere di massima sicurezza “Sollicciano” uno dei piu’ duri d’Europa e messo in una cella con due extra-comunitari ad “Alta-Pericolosità” ….da CHI è stato “cautelato/tutelato”????????…aveva solo 26 anni…un ragazzo! Dov’era il nostro sistema giudiziario????Niki su 19  arrestati è stato l’Unico a non avvalersi della facoltà di “non rispondere”….voleva parlare con il Magistrato, aveva fiducia nella Giustizia….la sua condanna a morte.

gius

……..Questo  Stato…..non le asciuga……

 

 


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