Archivio mensile:Marzo 2014

NIKI APRILE GATTI, 2° INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DALL’ONOREVOLE ELIO LANNUTTI

ATTO SENATO

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03187

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 383 del 19/05/2010

Firmatari

Primo firmatario: LANNUTTI ELIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/05/2010

Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/05/2010

Stato iter:

IN CORSO

Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/07/2010

Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-03187

presentata da

ELIO LANNUTTI
mercoledì 19 maggio 2010, seduta n.383

LANNUTTI – Al Ministro della giustizia – Premesso che, per quanto risulta all’interrogante:

si apprende da notizie di stampa che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha deciso di archiviare l’indagine sulla morte di Niki Aprile Gatti avvenuta in carcere mentre era detenuto in seguito all’inchiesta per truffa telefonica e frode informatica denominata Premium;

Gatti viveva a San Marino dove lavorava come informatico per il gruppo di aziende oggetto dell’inchiesta del magistrato fiorentino Paolo Canessa che vede incriminate la Oscorp SpA, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre società con sede a Londra;

il 19 giugno 2008 Gatti riceve la telefonata della madre del titolare/socio dell’azienda per cui lavora: lo inf

forma che il figlio è stato arrestato e lo invita a recarsi dall’avvocato aziendale, Franco Marcolini, per avere spiegazioni. Gatti non ha ragioni per temere nulla e si reca dal legale dell’azienda. All’uscita, alle ore 14:30, viene tratto in arresto con l’accusa di frode informatica;

Gatti non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, presso quello di massima sicurezza di Sollicciano (Firenze). A differenza degli altri imputati non si avvale della facoltà di non rispondere, ma cerca di aiutare i magistrati nella ricerca di possibili informazioni;

al termine dell’interrogatorio di garanzia Gatti è l’unico tra gli indagati ad aver collaborato ed è anche l’unico al quale viene confermata la custodia cautelare in carcere mentre per i “silenziosi” scatta il privilegio degli arresti domiciliari;

poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno 2008, Niki Aprile Gatti viene trovato impiccato ad una corda ricavata da strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella 10 della IV sezione;

le autorità inquirenti sin dai primi istanti hanno affermato che si trattasse di suicidio e questo è ciò che ha certificato il giudice per le indagini preliminari di Firenze, lasciando irrisolti decine di dubbi e questioni fondanti;

considerato che:

resta senza motivazioni la scelta di condurre un incensurato, Niki Gatti, di 26 anni, accusato di un reato lieve (frode informatica), solo tra tutti gli altri arrestati, in un carcere di massima sicurezza, né appare comprensibile la mancata concessione allo stesso degli arresti domiciliari, riconosciuti invece in casi analoghi. Ad esempio, beneficia, da oggi, di tale misura, sebbene a seguito di un periodo di 80 di permanenza in carcere, Silvio Scaglia, l’ex amministratore delegato di Fastweb, il quale era rientrato spontaneamente dall’estero e si era presentato ai giudici, come Gatti;

Scaglia era stato arrestato perché ritenuto coinvolto nell’inchiesta su un presunto maxi riciclaggio di due miliardi di euro. L’accusa che grava sulla sua testa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale;

non si hanno chiare spiegazioni sul perché alla madre di Niki Gatti fu riferito della sua detenzione presso il carcere di Rimini nel quale, invece, non vi mise in realtà mai piede;

rimane poco chiara la questione della presunta telefonata di rito che Gatti avrebbe fatto a sua madre dal carcere ma che in realtà non venne mai ricevuta;

non si comprende sulla base di quali informazioni le agenzie di stampa uscite immediatamente dopo gli arresti definivano Aprile Gatti titolare della Oscorp (come a volerne accentuare la presunta colpevolezza), quando in realtà questi deteneva appena il 9 per cento del pacchetto azionario;

la Procura di Firenze non spiega come sia stato possibile che alle ore 20:58 del 20 giugno 2008 venisse recapitato a Gatti (che allora si trovava in carcere) un telegramma proveniente dalla sua stessa abitazione (che per logica avrebbe dovuto essere sotto sequestro) che gli ordinava di nominare un nuovo avvocato;

30 giorni dopo l’arresto, l’appartamento di Gatti a San Marino viene completamente svaligiato. La Procura di San Marino dopo diversi mesi archivia la denuncia di furto attribuendo ogni responsabilità dell’espoliazione all’ex ragazza dell’imputato. Eppure non si hanno tracce del personal computer di Niki Gatti, così come non emergono ragioni valide a dimostrare come ciò sia potuto avvenire nella casa di un ragazzo indagato per truffa e successivamente ritrovato morto;

il verbale del carcere attesta un sereno dialogo tra Niki Gatti ed un agente (non meglio identificato) alle ore 10 del 24 giugno, stessa ora e data in cui la perizia data la morte di Gatti;

continua a destare sospetti di non poco conto il fatto che la morte sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere. Così come desta dubbi la misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti. Le testimonianze dei suoi due compagni di cella, fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano;

non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi, così come non la trova la questione sulla legittima presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto jeans;

considerato inoltre che:

la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb è stata il più grande scandalo economico e politico degli ultimi tempi configurandosi da subito come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle regole degli inganni e degli insabbiamenti di un tempo, viva espressione di questa imperitura liaison dangereuse che unisce in una sorta di gioco perverso mafia, politica, compagnie telefoniche internazionali (Telecom e Fastweb), neofascisti legati all’alta finanza e alla criminalità organizzata, ufficiali delle Forze dell’ordine e alcuni commercialisti di fiducia;

la questione ruota attorno ad una serie di innumerevoli e giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San Marino e Londra, Hong Kong e isole Cayman, per poi affluire come un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani;

è proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta “Premium”;

“Premium” è una vicenda ancora oscura legata alle compagnie telefoniche come il centro di spionaggio di Telecom Italia, il suicidio di Adamo Bove, lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb;

nel 2006 Adamo Bove, 42 anni, ex poliziotto e responsabile della security governance di Telecom Italia parcheggiava l’auto a lato della strada e si gettava dal cavalcavia di via Cilea, nel quartiere del Vomero a Napoli morendo sul colpo;

da quanto si è appreso, all’epoca il dirigente era indagato per violazione della privacy per aver “spiato” alcune persone attraverso una rete informatica e, secondo alcune indiscrezioni, il suo nome sarebbe anche emerso nel corso degli accertamenti legati all’inchiesta romana sul “Laziogate”;

dal 1995 al 1998 aveva svolto la sua carriera nelle Forze dell’ordine, ricoprendo il ruolo di commissario capo nella Polizia. Dal novembre del 1998 fino a febbraio 2000 aveva lavorato nella direzione generale di Telecom Italia, con incarichi disecuritymanagement a livello nazionale. Dopo la fusione Tim-Telecom, nell’autunno 2005, era diventato responsabile della security governance, nell’ambito dell’Unità di servizio security, occupandosi principalmente degli aspetti legati alla protezione civile e dell’antifrode;

in seguito alla vicenda gli inquirenti aprirono un fascicolo per istigazione al suicidio, ma nel 2008 l’inchiesta caso del dirigente dellasecurity governance di Telecom viene chiusa in quanto secondo il pubblico ministero di Napoli non vi era alcuna evidenza probatoria a sostegno della tesi che Bove fosse stato gettato da altri soggetti dal cavalcavia né che fosse stato istigato al suicidio,

si chiede di sapere:

considerati i numerosi dubbi che, nei quasi due anni dalla scomparsa di Niki Aprile Gatti, non hanno ancora trovato chiare risposte, quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di fare piena luce sulla morte di un giovane informatico incensurato, arrestato dopo essersi costituito e aver chiesto di testimoniare nell’inchiesta Premium;

se non ritenga necessario, per quanto di sua competenza, adottare le opportune iniziative al fine di verificare la possibilità che vi possa essere un filo conduttore tra la vicenda “Premium”, il centro di spionaggio di Telecom Italia, la morte di Niki Aprile Gatti e di Adamo Bove e lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb.

(4-03187)

INTERROGAZIONE LANNUTI

MAI AVUTA  ALCUNA  RISPOSTA……

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NIKI APRILE GATTI, PRIMA INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DELL’ONOREVOLE ANNA PAOLA CONCIA

“La Verità di Pochi conterà,
la non-verità di Moltissimi
si disperderà come polvere al vento”
M.K. Gandhi

Post  del 21 Aprile 2009

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE 5/01301

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 162 del 20/04/2009

Firmatari

Primo firmatario: CONCIA ANNA PAOLA
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 20/04/2009

Commissione assegnataria

Commissione: II COMMISSIONE (GIUSTIZIA)

Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 20/04/2009

Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta in Commissione 5-01301

presentata da

ANNA PAOLA CONCIA
lunedì 20 aprile 2009, seduta n.162
CONCIA. –

Al Ministro della giustizia.

– Per sapere – premesso che:

il 19 giugno 2008, a Cattolica, viene arrestato Niki Aprile Gatti, giovane informatico di 26 anni originario di Avezzano, con l’accusa di associazione per delinquere, truffa informatica e riciclaggio; 4 giorni dopo il giovane Niki, muore, impiccato, nel bagno della sua cella con una corda formata da stringhe e jeans;

il giovane viene arrestato insieme ad altre 18 persone, alcune facenti parte dell’azienda di cui non risulta essere titolare, ma socio, con una partecipazione al capitale sociale pari 7.900 euro;

il 19 giugno 2008 al momento dell’arresto il ragazzo, a differenza di quanto riferito alla madre, viene immediatamente portato al carcere di Sollicciano, mentre ai familiari viene spiegato che Niki è stato inizialmente portato al carcere di Rimini e poi trasferito a Firenze; i parenti, ed in particolare la madre, non vengono comunque mai avvertiti dei presunti trasferimenti del ragazzo;

in occasione dell’interrogatorio di garanzia, tutti gli imputati ricusano l’avvocato, e Niki, è l’unico che accetta di parlare con il magistrato proprio per manifestare l’intenzione di spiegare la propria posizione a differenza degli altri coimputati che si avvalgono della facoltà di non rispondere; al termine, mentre per tutti gli altri indiziati vengono disposti gli arresti domiciliari, Niki è l’unico al quale viene confermato il carcere;

il giovane, inoltre, chiede di essere cambiato di cella, in quanto nella sua vi erano due detenuti uno dei quali, in passato, nel corso di una discussione, aveva puntato il coltello alla gola di un suo compagno;

inutilmente i genitori aveva cercato di rientrare in possesso dei beni del ragazzo, che risiedeva a San Marino, ma alcuni giorni dopo l’appartamento viene trovato completamente svuotato non solo dei computer, che sarebbero stati utili alle indagini, ma anche dei suppellettili e degli effetti personali del giovane;

per i genitori, sono oscuri i motivi che avrebbero portato al gesto estremo del ragazzo, a soli quattro giorni dall’arresto; un ragazzo pieno di vita, che la sera prima, come hanno riferito gli agenti del carcere, aveva conversato con loro e pareva tranquillo -:

quali iniziative intenda adottare, nell’ambito delle sue competenze, al fine di fare piena luce sulla morte di Niki Aprile Gatti, un giovane ragazzo di 26 anni trovato senza vita nel bagno della sua cella del carcere di Sollicciano a soli quattro giorni dall’arresto.(5-01301)

MAI AVUTA  ALCUNA  RISPOSTA

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NIKI APRILE GATTI, E IL DIRETTORE DEL CARCERE DI SOLLICCIANO

POST DEL 14 AGOSTO 2009

 

Oggi 14
Agosto 2009
a pag. 2 e 3 di
Liberazione
anche qui si parla di carceri e delle visite dei 150
parlamentari….. poi… in un
articolo titolato “A SOLLICCIANO SI MUORE IN TANTI, E SENZA
PERCHE’ ”
di Daniele Nalbone, si torna a parlare anche del mio Adorato
Niki, Vi riporto solo
la parte riguardante Niki “…..un ragazzo Avezzanese,
residente da due anni a San Marino, trovato morto (io quella
parola mi rifiuto anche di scriverla …parole mie) il 24 Giugno
2008 in una cella di Sollicciano poche ore prima di deporre
(Niki aveva già parlato con i Magistrati ed aveva dichiarato di
voler “collaborare” di voler spiegare il suo lavoro e dopo solo
15 ore è stato trovato morto…. parole mie…) su un caso di

truffa e frode informatica fra San Marino e Londra .
Un’inchiesta di quelle che scottano, in cui sono implicati loschi
personaggi della criminalità organizzata e imprenditori senza
scrupoli.
…….Poi parlano del Direttore Oreste Cacurri, delle varie
morti da accertare, viene ricollegato anche a quando era
sempe lui il direttore nel carcere di Livorno e della strana
morte di Marcello Lonzi.
……………
Termina così:
“Una madre coraggio (Maria Ciuffi) alla quale si accoda 5 anni
dopo Ornella che, dal 24 Giugno 2008, giorno in cui ricevette
la maledetta telefonata che le comunicò la terribile notizia(su
un telefonino cellulare…), lotta per ottenere Giustizia sulla
morte di suo figlio Niki, detenuto nella cella n.10, Reparto B
sez. IV di Sollicciano, e trovato morto (…) durante l’ora
d’aria. Un’ora dove a Sollicciano può succedere di tutto.
Anche nella vicenda di Niki morto nel carcere fiorentino, come
in quella di Marcello morto a Livorno, si registrano gravi
incongruenze fra l’autopsia e la perizia di parte. Speriamo

solo che il caso di Niki non finisca come quello di Marcello:
ARCHIVIATO.”
(le parti scritte in celeste sono scritte da me a chiarimento e
non riportate sul giornale)
ALLORA IO MI CHIEDO:
A) “E’ UN’INCHIESTA DI QUELLE CHE SCOTTANO” E COSA SI
STA FACENDO????
B) “SPERIAMO SOLO CHE IL CASO DI NIKI NON FINISCA COME
QUELLO DI MARCELLO…..” E….. VIVIAMO DI ..”SPERANZE”…????

COSA SI STA FACENDO????

DOVE SONO I MEZZI DI INFORMAZIONE?????????????????????

DOV’E’ UNA SERIA INCHIESTA GIORNALISTICA DA PARTE DI
QUALCUNO??????????? O “SCOTTA” COSI’ TANTO CHE E’
MEGLIO TENERSI LONTANO??? E DOVE SONO “ORA” QUEGLI
“IMPRENDITORI SENZA SCRUPOLI” ???????????????
……IN ITALIA CI FANNO VIVERE, A NOI POVERA GENTE , SOLO
DI ……..”SPERANZE”!! (…POI….MAI AVVERATE!!!)
Nel mio paese c’è un detto: “CHI DI SPERANZA VIVE …
DISPERATO MUORE!!!”
CHE POVERO POPOLO SIAMO …. IO HO PERSO UN FIGLIO DI
26 ANNI
E PER SEMPRE LA MIA VITA E QUELLA DELLA MIA FAMIGLIA

ORMAI DISTRUTTA….. E CI LIMITIAMO A SOTTOLINEARE LE
“ANOMALIE”???
Molte cose trovate, tra l’altro, da me nelle lunghe notti
insonni in cui faccio ricerche su Internet…. e poi messe nei
miei Post ….
Cerco chi mi porti avanti un’Inchiesta Giornalistica seria e che
mi dia del “valore aggiunto”!!!
VOGLIO LA VERITA’ E LA GIUSTIZIA !!!!!!!!!!!

VIAGGIO

A NIKI
Qualcuno ha fermato il tuo viaggio …..
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per Te
le mie canzoni d’Amore.
(Alda Merini da “fole, folle, folle di amore per te”)
Ti Amo Shalom
Mammapersempre

 

 

 

 


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