NIKI APRILE GATTI, LA GIUSTIZIA LATITANTE E IL “PARCO DEI SORRISI”

“Una volta lui le aveva detto qualcosa che lei non riusciva a immaginare: gli amputati sentono dolori, crampi, solletico alla gamba che non hanno più. Così si sentiva lei senza di lui, sentendolo là dove non c’era più…”        Gabriel García Márquez

La morte è una voragine che si apre sotto il nostro camminare sulla terra…

Quando la faglia si apre, inghiotte tutto e non resta che sopravvivere.

Un piccolo mondo perfetto, che in un giorno qualunque ed in un attimo qualunque si frantuma.

Viene  meno una perfetta circolarità di affetti, sogni, progetti…lunghi anni immaginati e spezzati per sempre, quel “per sempre” che non si comprende mai se non di fronte all’immutabile.

La sopravvivenza del dopo è  un perfetto disordine, ognuno cerca un modo suo per non essere inghiottito totalmente da quella voragine, ed è sempre personale, mai scritta da altri, è un agguato continuo, ogni parola, riferimento, colore, odore, strada, luogo porta un ricordo che è feroce assenza.

I ricordi diventano l’unico capitale umano nella sopravvivenza, malgrado le lacrime che fanno versare, si inizia a sopravvivere  nella piena consapevolezza che chi è andato è presente quanto chi è rimasto, ma è dura…durissima…

Giorni fa è comparso in rete questo articolo:

Niki Aprile Gatti aveva ventisei anni. Era un esperto di informatica in una società con sede a San Marino; il 19 giugno 2008 viene arrestato con l’accusa di frode informatica. Insieme a lui, vengono fermati diciassette colleghi di lavoro, che si avvalgono tutti della facoltà di non rispondere.
Al contrario, Niki è immediatamente disposto a collaborare, ma cinque giorni dopo l’arresto viene trovato morto in cella, presso il penitenziario fiorentino di Sollicciano, un supercarcere nel quale viene tenuto in isolamento, mentre i colleghi si trovano a Rimini, per ovvie ragioni di vicinanza ai luoghi del reato contestato.

Niki è incensurato, non ha processi in corso, non c’è ragione che spieghi la deportazione in un istituto penitenziario di massima sicurezza. Nessun segno di depressione, un reato non ancora accertato, con ogni probabilità Niki avrebbe lasciato la cella in tempi brevi e invece, da Sollicciano non è mai uscito. Le autorità sostengono che la morte sia sopravvenuta a causa di un’impiccagione eseguita grazie a un laccio da scarpe lungo 20 cm, ignorando completamente l’ecchimosi sul braccio, qualsiasi esame tossicologico, le testimonianze contraddittorie dei detenuti sulle ultime ore di vita di Niki e i suoi 90kg di peso, che rendono inverosimili le dinamiche del suicidio.
Come se non bastasse, la chiamata che informa la madre di Niki della scomparsa del figlio non rispetta le normali procedure e riporta un semplice messaggio: «È il carcere di Sollicciano, suo figlio si è suicidato».

Se fino a qui potrebbe apparire un caso dettato da un’assurda serie di coincidenze, un particolare inquietante si fa largo nell’intrico che avvolge la morte del giovane.
In caso di reati informatici, la prassi vuole che si sequestri tutta la tecnologia hardware e software implicata nell’indagine; eppure, il materiale informatico di Niki non viene prelevato dall’abitazione, ripulita da ignoti il mese successivo. I computer spariscono nel nulla e con loro le possibilità di risalire alle cause dell’arresto.

Sono tanti gli interrogativi senza risposta, da un messaggio anonimo recapitato alla mamma di Niki, che recita «Io so molto di più sull’omicidio di Niki, ma essendo implicato, non posso parlare», alla violazione delle normali procedure e i mancati approfondimenti del caso. Dieci anni di vuoto, nessuna risposta, copertura mediatica a zero. Resta la voglia di ottenere giustizia, dare conforto a una famiglia straziata dalla perdita di un figlio “custodito” dallo Stato. Non scordatevi questa storia.

Di seguito, riporto i contatti della onlus gestita da mamma Ornella e il sito dedicato a Niki….

Noi tutti restiamo in attesa di un Magistrato che voglia vederci chiaro!!

Abbiamo cercato con l’Associazione Niki Aprile Gatti a Pasqua di raggiungere quante più persone possibili!

Ci siamo recati ad Amatrice e in quasi tutti gli angoli di Avezzano con Anna, Lucio,Laura, Martina, Alessia e a Cosenza con la nostra bravissima Andreina Ghionna!

Per saperne di più clicca qui ASSOCIAZIONE NIKI APRILE GATTI ONLUS

Ora stiamo raccogliendo fondi per il nostro “Parco dei sorrisi” ci stanno aiutando tutti, Grazie a Lino Guanciale che l’11 Giugno al Teatro dei Marsi farà uno spettacolo il cui incasso è totalmente devoluto al Parco, ci stanno aiutando i commercianti e tutti Voi che offrite ♥ 

L’immagine a mio avviso più significativa di questa raccolta è questa di Padre Riziero Cerchi ad Ortucchio…Grazie

Donarci il tuo 5 x 1000 non ti costa nulla ecco come fare: 

Come donare con il 5xMille (clicca qui)


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3 pensieri su “NIKI APRILE GATTI, LA GIUSTIZIA LATITANTE E IL “PARCO DEI SORRISI”

  1. Ornella Autore articolo

    Amore…
    ricordi le nostre “domenica mattina” e le nostre mattine di festa???
    Erano i nostri momenti…
    …tutto mi parla di te e il tuo colore non sbiadirà mai

    ti amo immensamente
    Mammapersempre

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  2. COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER NIKI

    QUESTA E’ E SARA’ LA NOSTRA RESISTENZA!
    SIAMO QUI AD URLARE

    VERITA’ E GIUSTIZIA PER NIKI APRILE GATTI

    Rispondi
  3. Andreina Ghionna

    “Non scordatevi questa storia.” soprattutto tu, Stato, che avresti dovuto tutelare questo ragazzo, che ha fatto il suo dovere di cittadino onesto e rispettoso della tua legge, rispondendo alle domande di chi ti rappresentava, e tu Stato hai lasciato che un sistema marcio e corrotto lo inghiottisse.
    E’ una storia, una vicenda fra le tante di quest’Italia che cade sotto le sue stesse macerie, ma per alcuni è ricordo, vita, anni mancati e caffè domenicali mai bevuti. E’ Tutto.

    Rispondi

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