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NIKI APRILE GATTI, L’ONOREVOLE ALESSANDRO DI BATTISTA E LA IV INTERROGAZIONE PARLAMENTARE

Qualche giorno fa, non appena oscurato il blog di Niki, Andreina Ghionna ha aperto una pagina FB  con questo invito:

” Chiediamo un attimo del vostro tempo per inviare un’email. Pirati informatici hanno oscurato il blog di Niki. L’unico strumento mediatico che consente alla Mamma di Niki di tenere viva l’attenzione sulla morte di suo figlio. Precisiamo che se anche l’email è rivolta a Di Battista, la nostra non è una mossa politica ma un tentativo per far sì che la Vicenda di Niki possa arrivare alle orecchie di un magistrato e che si possano riaprire le indagini. Anzi, non ve ne abbiate a male, ma verranno cancellati tutti quei commenti di qualsiasi colore, partito o movimento che hanno un risvolto politico. Non facciamo politica, vogliamo che venga riconosciuta la Verità.
Contiamo su di voi!
Il testo da mandare è questo: “Abbiamo bisogno di voi, abbiamo bisogno di gente onesta disposta ad occuparsi della vicenda di Niki Aprile Gatti. Indagato nell’inchiesta Premium (la truffa agli 899), si ritrova da incensurato nel carcere di massima sicurezza di Sollicciano, dove vi rimane per 4 giorni, e da dove ne esce cadavere a meno di 24 ore dall’interrogatorio di garanzia, interrogatorio nel quale NON SI AVVALE DELLA FACOLTA’ DI NON RISPONDERE, gli indagati per la stessa inchiesta a quanto ci è dato sapere si sono avvalsi tutti di questa facoltà e sono tutti liberi. Nelle passate legislature furono presentate tre interrogazioni parlamentari, due del Sen. Lannutti e una dell’ On. Anna Paola Concia che tali sono rimaste. La mamma di Niki tiene un blog dedicato a suo figlio, per qualche strano motivo risulta rimosso, spera di poterlo recuperare perchè è l’unico mezzo che le consente di tenere viva l’attenzione sulla morte del figlio. Niki era solo un ragazzo contento di aver trovato lavoro, è necessario ed è giusto che la sua memoria sia legata alla Verità e non a delle sporche menzogne. Giustizia da sottoterra non ne potrà avere ma la Verità gli è dovuta.
L’indirizzo email dove mandarla vi apparirà aprendo questa pagina:http://www.camera.it/leg17/794?shadow_deputato=305791&email=DIBATTISTA_A%40CAMERA.IT
Nell’oggetto: NIKI APRILE GATTI
Grazie a tutti.

In moltissimi   hanno subito aderito (ringrazio tutti di cuore) e dopo qualche giorno grazie anche all’aiuto di Samanta Di Persio, sono stata contattata dall’On. Alessandro Di Battista che mi assicurava che avrebbe approfondito  la storia di Niki (che già conosceva)

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Oggi sono stata richiamata al telefonino dall’On. Alessandro Di Battista  che mi ha comunicato di aver effettuato un’Interrogazione Parlamentare su Niki!!

E’ bello sentire  questi Onorevoli  così poco distanti…. 

Così leggo sulla sua Bacheca Fb:

Qualche giorno fa ho parlato con la mamma di Niki Gatti. Niki il 22 giugno 2008 fu ritrovato morto nella sua cella. Il reato a lui contestato: frode informatica. Fu arrestato insieme ad altre 17 persone, solo Niki ha risposto ai magistrati durante l’interrogatorio di garanzia, tutti gli altri si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Tanti misteri: un livido a forma di cerchietto sul braccio, testimonianze dei compagni di cella divergenti, un furto nell’azienda dove lavorava e uno nella sua abitazione e tutti gli indagati sono tornati liberi. Niki ha collaborato con la giustizia, ma per lui giustizia ancora non c’e’ stata: la sua morte archiviata come suicidio. La madre Ornella Gemini chiede verità e giustizia da quasi 6 anni, il Ministro della Giustizia ha il dovere di intervenire per rispondere agli interrogativi. 

Io ho appena depositato un’interrogazione al riguardo. Mi auguro che il Ministro Orlando risponda rapidamente e che vi siano giornalisti e blogger interessati ad approfondire la vicenda e riaccendere dei riflettori su uno dei migliaia di casi italiani ancora troppo oscuri. Un abbraccio a Ornella e alla sua famiglia. 

Nella foto le richieste al Ministro:

INTERROGAZIONE

Non appena sarà pubblicata interamente ve la posterò nel blog!!

INTANTO LEGGO SULLA PAGINA DEL SENATO CON LA RICERCA NIKI APRILE GATTI:

Risultati 1 – 5 su 5 per niki aprile gatti

E ANCORA NON E’ REGISTRATO QUELLO DI OGGI…… E MAI NESSUNO HA RISPOSTO…..

MA SIAMO UNA NAZIONE  “NORMALE”????????????  

SPERO TANTO OGGI  IN QUESTO NUOVO ATTO DEL MOVIMENTO 5 STELLE!!!

…..A  VOI  LA  RISPOSTA………………

 

SAN MARINO  18/03/2014

LA TRIBUNA SAMMARINESE  DEL 18/03/2014

GRAZIE  DAVID  ODDONE


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NIKI APRILE GATTI, 3° INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DALL’ONOREVOLE ELIO LANNUTTI

 Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-04216

Atto n. 4-04216

Pubblicato il 6 dicembre 2010
Seduta n. 468

LANNUTTI – Al Ministro della giustizia. –

Premesso che:

il 24 giugno 2008 Niki Aprile Gatti, 26 anni, muore dopo appena 4 giorni dal suo arresto nel carcere di Sollicciano (FI) apparentemente per un suicidio inspiegabile, in cui sebbene le indagini a quanto risulta all’interrogante paiono mostrare l’impossibilità di tale spiegazione la Procura di Firenze chiude le indagini archiviandole come un suicidio;

con la decisione del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze di archiviare l’indagine sulla sua morte (nonostante la dura opposizione di sua madre, Ornella Gemini, spesso definita “madre-coraggio” per la straordinaria tenacia dimostrata durante questa durissima battaglia), Niki Aprile Gatti torna ad essere a tutti gli effetti, ma contro ogni logica, un “suicida”;

Gatti viveva a San Marino dove lavorava come informatico per il gruppo di aziende oggetto dell’inchiesta Premium che vede incriminate la Oscorp SpA, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre società con sede a Londra;

Gatti, incensurato, viene arrestato dopo essersi costituito e aver chiesto di testimoniare nell’inchiesta Premium, ma non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, nel carcere di massima sicurezza;

apparentemente la morte di Niki Aprile Gatti è il più classico dei suicidi perché viene trovato impiccato ad una corda costruita con strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella numero 10, IV sezione, del carcere, ma ancora oggi tante cose continuano a far pensare che si tratti di un suicidio simulato;

continua a destare sospetti il fatto che la morte di Gatti sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere. Così come li desta la misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti;

le testimonianze dei suoi due compagni di stanza, fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano;

le testimonianze dei tanti che hanno visto Gatti negli ultimi giorni di vita in carcere ne attestano la totale serenità di spirito e la sua decisione di collaborare liberamente con gli inquirenti;

non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi, così come non trova spiegazione la presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto jeans;

in particolare la madre di Niki Gatti, nel sottolineare le molteplici anomalie che hanno caratterizzato la morte del figlio, analizza le dichiarazioni rilasciate al quotidiano “La Repubblica” del 25 giugno 2008, sezione Firenze (data successiva al decesso), da Franco Corleone, quale Garante per i diritti dei detenuti, in una intervista rilasciata alla giornalista Laura Montanari, dopo un colloquio avuto col Direttore del Carcere di Sollicciano e con gli agenti di custodia, quando afferma che: ieri mattina alle 10 “Aprile Gatti aveva avuto la sua ora d’aria, era rientrato in cella, aveva scambiato qualche parola con un agente sul processo, ed alle ore 11 uno dei suoi compagni di cella era andato in infermeria per prendere del metadone un altro era rimasto lì. Lui si è chiuso nel bagno e si è impiccato”;

dalle dichiarazioni rilasciate dai soggetti escussi nell’indagine nonché dalla documentazione fotografica acquisita non risulta che Niki fosse andato a “passeggio”. Infatti, in nessun atto emerge la circostanza che Aprile Gatti Niki avrebbe profittato dell’ora d’aria. Invero, sull’ora d’aria cui beneficiano i detenuti dalle ore 9,30 alle ore 10,30 gli atti amministrativi interni del carcere recano un inspiegabile vuoto illustrativo nella prima archiviazione. Nella seconda si accerta: “Niki Aprile Gatti non ha beneficiato dell’ora d’aria”. Nella prova fotografica Niki al momento del fatto indossava ancora il pigiama;

non vi è rispondenza neppure con l’ora del decesso, laddove nel citato articolo viene riferita alle ore 11, mentre dal medico sanitario che ne ha curato l’autopsia l’ora del decesso viene indicata alle ore 10 (ora di chiamata al 118, ore 11,15);

lo stesso garante sostiene che il ragazzo “Forse si è scoraggiato pensando a una lunga detenzione. So che aveva cambiato avvocato, altro segno di inquietudine”;

con telegramma del 20 giugno 2008 con un ordine categorico, si invitava Aprile Gatti Niki a nominare un altro avvocato. Pur sapendo (chi ha effettuato questo telegramma) di andare contro la volontà della madre Ornella Gemini, che in merito a tale decisione aveva ravvisato l’inopportunità di un tale cambiamento. Non fu dunque Niki a voler cambiare legale, ma evidentemente un altro soggetto;

i jeans di Gatti sono perfettamente integri anche se tutti i giornali riportavano la storia secondo cui Niki avesse fatto delle strisce ai jeans e si fosse ucciso così, unendo le stringhe delle scarpe alle strisce di stoffa;

l’agente di custodia che ha parlato con Niki per ultimo, alle ore 10 riferisce: “Niki mi chiama chiedendomi informazioni in merito all’esito dell’interrogatorio di garanzia avvenuto il giorno prima; io lo rassicuro dicendogli che non avendo ancora ricevuto nulla di scritto non era per niente scontata la sua permanenza in carcere in quanto una eventuale scarcerazione poteva sopraggiungere in qualsiasi momento; tuttavia entro l’indomani mattina (25 giugno) attraverso la matricola gli si sarebbero date ulteriori informazioni e tutti gli aggiornamenti in merito alla sua posizione giuridica; il detenuto appariva soddisfatto e sereno ringraziandomi della risposta ricevuta, mentre io proseguivo nell’attività di accertamento numerico”;

nella stessa identica ora, le 10, in cui avveniva questo colloquio, non aspettando neanche il giorno dopo per verificare se gli fosse stata concessa la carcerazione, Niki Gatti muore;

la psicologa riferisce: “Questi era sicuro che la sua permanenza nell’istituto fosse di breve durata e che sarebbe stato scarcerato una volta avuta la possibilità di andare in udienza e spiegare le sue ragioni davanti al giudice; il soggetto aveva dimostrato una capacità di gestire cognitivamente ed emotivamente la situazione in cui si era venuto a trovare dopo l’arresto; il tono dell’umore era normale, aveva uno stato ansioso reattivo lieve, congruo alla situazione che stava vivendo; era assente l’ideazione suicidaria, non aveva avuto precedenti psichiatrici, nè mai manifestato problematiche psicologiche, riferiva di non far uso di sostanze stupefacenti”. Lo psicologo precisava che non aveva ritenuto di segnalarlo per un ulteriore colloquio con la psicologa in quanto non considerava il caso di tale gravità da sottoporlo ad un colloquio ravvicinato nel tempo;

nell’inchiesta Premium erano state arrestate 18 persone (di cui alcune anche molto importanti) secondo alcuni giornali c’era anche l’ombra della mafia; di questi 18 Gatti è stato l’unico a non volersi avvalere della “facoltà di non rispondere” e l’unico al quale hanno cambiato Avvocato;

l’appartamento dove Gatti viveva in affitto dopo 15 giorni dalla sua morte è stato completamente “ripulito”;

i forti dubbi intorno alla morte di Niki Aprile Gatti sono stati sollevati dall’interrogante in una precedente interrogazione che non ha ancora avuto risposta (atto sindacato ispettivo n.4-03187);

considerato che:

la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb, il più grande scandalo economico e politico degli ultimi tempi, si è configurata da subito come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle regole degli inganni e degli insabbiamenti cha hanno unito mafia (le ‘ndrine di Isola Capo Rizzuto), politica (l’ex senatore del Popolo della libertà Nicola Pao

lo Di Girolamo), compagnie telefoniche internazionali (Telecom e Fastweb), figure legate all’alta finanza e alla criminalità organizzata (Gennaro Mokbel), ufficiali delle Forze dell’ordine (Polizia di Stato e Guardia di finanza) e alcuni commercialisti di fiducia;

l’intricata vicenda internazionale ruota attorno ad una serie innumerevole di giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San Marino e Londra, Hong Kong e Isole Cayman, per poi affluire in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani;

è proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta Premium,

si chiede di sapere:

come sia possibile che in un carcere di massima sicurezza si consegni un telegramma ad un detenuto in “isolamento” senza controllare e che il direttore non lo sappia;

come abbia potuto il Garante per i diritti dei detenuti leggere il “cambio di avvocato” da parte di Gatti come un suo “cenno di cedimento”;

quali misure urgenti intenda assumere il Governo al fine di dare risposta ai numerosi dubbi che pesano sulla morte di Niki Aprile Gatti affinché la sua storia e la sua fine non vadano ad inserirsi in quel vastissimo spazio di “Misteri d’Italia”;

a che punto si trovi l’inchiesta Premium, se ci siano stati rinvii a giudizio oppure archiviazioni;

se risulti da chi abbiano avuto gli organi di stampa la notizia errata secondo cui Gatti avrebbe ritagliato i propri jeans per usare le strisce ricavate e i lacci di scarpe per impiccarsi e, comunque, con cosa avrebbe potuto sfrangiarli;

se il Ministro in indirizzo non ritenga necessario, alla luce della truffa internazionale che configura la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb, che ha rivelato un articolato puzzle che ruota attorno ad una serie innumerevole di ingenti flussi di denaro tra San Marino e Londra, Hong Kong e Isole Cayman, per poi affluire come un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani, valutare e verificare la possibilità che vi possa essere un filo conduttore tra la vicenda “Premium”, il centro di spionaggio di Telecom Italia, la morte di Niki Aprile Gatti e lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb, considerato che lo steso asse San Marino-Londra spunta in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee quali Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta Premium per l’appunto;

se non ritenga opportuno, alla luce di quanto esposto in premessa, attivare le procedure ispettive e conoscitive previste dall’ordinamento, anche al fine di prendere in considerazione ogni eventuale sottovalutazione di significativi profili di accertamento per dare giustizia ad una madre, Ornella Gemini, e diradare le nebbie che avvolgono la misteriosa morte di un giovane di 26 anni.

articolo tempo 1

….ANCHE A QUESTA TERZA  INTERROGAZIONE….MAI AVUTA RISPOSTA


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NIKI APRILE GATTI, 2° INTERROGAZIONE PARLAMENTARE PRESENTATA DALL’ONOREVOLE ELIO LANNUTTI

ATTO SENATO

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/03187

Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 383 del 19/05/2010

Firmatari

Primo firmatario: LANNUTTI ELIO
Gruppo: ITALIA DEI VALORI
Data firma: 19/05/2010

Destinatari

Ministero destinatario:

  • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 19/05/2010

Stato iter:

IN CORSO

Fasi iter:

SOLLECITO IL 06/07/2010

Atto Senato
Interrogazione a risposta scritta 4-03187

presentata da

ELIO LANNUTTI
mercoledì 19 maggio 2010, seduta n.383

LANNUTTI – Al Ministro della giustizia – Premesso che, per quanto risulta all’interrogante:

si apprende da notizie di stampa che il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Firenze ha deciso di archiviare l’indagine sulla morte di Niki Aprile Gatti avvenuta in carcere mentre era detenuto in seguito all’inchiesta per truffa telefonica e frode informatica denominata Premium;

Gatti viveva a San Marino dove lavorava come informatico per il gruppo di aziende oggetto dell’inchiesta del magistrato fiorentino Paolo Canessa che vede incriminate la Oscorp SpA, Orange, OT&T e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini, Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre società con sede a Londra;

il 19 giugno 2008 Gatti riceve la telefonata della madre del titolare/socio dell’azienda per cui lavora: lo inf

forma che il figlio è stato arrestato e lo invita a recarsi dall’avvocato aziendale, Franco Marcolini, per avere spiegazioni. Gatti non ha ragioni per temere nulla e si reca dal legale dell’azienda. All’uscita, alle ore 14:30, viene tratto in arresto con l’accusa di frode informatica;

Gatti non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, presso quello di massima sicurezza di Sollicciano (Firenze). A differenza degli altri imputati non si avvale della facoltà di non rispondere, ma cerca di aiutare i magistrati nella ricerca di possibili informazioni;

al termine dell’interrogatorio di garanzia Gatti è l’unico tra gli indagati ad aver collaborato ed è anche l’unico al quale viene confermata la custodia cautelare in carcere mentre per i “silenziosi” scatta il privilegio degli arresti domiciliari;

poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno 2008, Niki Aprile Gatti viene trovato impiccato ad una corda ricavata da strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella 10 della IV sezione;

le autorità inquirenti sin dai primi istanti hanno affermato che si trattasse di suicidio e questo è ciò che ha certificato il giudice per le indagini preliminari di Firenze, lasciando irrisolti decine di dubbi e questioni fondanti;

considerato che:

resta senza motivazioni la scelta di condurre un incensurato, Niki Gatti, di 26 anni, accusato di un reato lieve (frode informatica), solo tra tutti gli altri arrestati, in un carcere di massima sicurezza, né appare comprensibile la mancata concessione allo stesso degli arresti domiciliari, riconosciuti invece in casi analoghi. Ad esempio, beneficia, da oggi, di tale misura, sebbene a seguito di un periodo di 80 di permanenza in carcere, Silvio Scaglia, l’ex amministratore delegato di Fastweb, il quale era rientrato spontaneamente dall’estero e si era presentato ai giudici, come Gatti;

Scaglia era stato arrestato perché ritenuto coinvolto nell’inchiesta su un presunto maxi riciclaggio di due miliardi di euro. L’accusa che grava sulla sua testa è quella di associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale;

non si hanno chiare spiegazioni sul perché alla madre di Niki Gatti fu riferito della sua detenzione presso il carcere di Rimini nel quale, invece, non vi mise in realtà mai piede;

rimane poco chiara la questione della presunta telefonata di rito che Gatti avrebbe fatto a sua madre dal carcere ma che in realtà non venne mai ricevuta;

non si comprende sulla base di quali informazioni le agenzie di stampa uscite immediatamente dopo gli arresti definivano Aprile Gatti titolare della Oscorp (come a volerne accentuare la presunta colpevolezza), quando in realtà questi deteneva appena il 9 per cento del pacchetto azionario;

la Procura di Firenze non spiega come sia stato possibile che alle ore 20:58 del 20 giugno 2008 venisse recapitato a Gatti (che allora si trovava in carcere) un telegramma proveniente dalla sua stessa abitazione (che per logica avrebbe dovuto essere sotto sequestro) che gli ordinava di nominare un nuovo avvocato;

30 giorni dopo l’arresto, l’appartamento di Gatti a San Marino viene completamente svaligiato. La Procura di San Marino dopo diversi mesi archivia la denuncia di furto attribuendo ogni responsabilità dell’espoliazione all’ex ragazza dell’imputato. Eppure non si hanno tracce del personal computer di Niki Gatti, così come non emergono ragioni valide a dimostrare come ciò sia potuto avvenire nella casa di un ragazzo indagato per truffa e successivamente ritrovato morto;

il verbale del carcere attesta un sereno dialogo tra Niki Gatti ed un agente (non meglio identificato) alle ore 10 del 24 giugno, stessa ora e data in cui la perizia data la morte di Gatti;

continua a destare sospetti di non poco conto il fatto che la morte sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere. Così come desta dubbi la misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile Gatti. Le testimonianze dei suoi due compagni di cella, fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano;

non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi, così come non la trova la questione sulla legittima presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto jeans;

considerato inoltre che:

la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb è stata il più grande scandalo economico e politico degli ultimi tempi configurandosi da subito come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle regole degli inganni e degli insabbiamenti di un tempo, viva espressione di questa imperitura liaison dangereuse che unisce in una sorta di gioco perverso mafia, politica, compagnie telefoniche internazionali (Telecom e Fastweb), neofascisti legati all’alta finanza e alla criminalità organizzata, ufficiali delle Forze dell’ordine e alcuni commercialisti di fiducia;

la questione ruota attorno ad una serie di innumerevoli e giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San Marino e Londra, Hong Kong e isole Cayman, per poi affluire come un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di credito italiani;

è proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e l’inchiesta “Premium”;

“Premium” è una vicenda ancora oscura legata alle compagnie telefoniche come il centro di spionaggio di Telecom Italia, il suicidio di Adamo Bove, lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb;

nel 2006 Adamo Bove, 42 anni, ex poliziotto e responsabile della security governance di Telecom Italia parcheggiava l’auto a lato della strada e si gettava dal cavalcavia di via Cilea, nel quartiere del Vomero a Napoli morendo sul colpo;

da quanto si è appreso, all’epoca il dirigente era indagato per violazione della privacy per aver “spiato” alcune persone attraverso una rete informatica e, secondo alcune indiscrezioni, il suo nome sarebbe anche emerso nel corso degli accertamenti legati all’inchiesta romana sul “Laziogate”;

dal 1995 al 1998 aveva svolto la sua carriera nelle Forze dell’ordine, ricoprendo il ruolo di commissario capo nella Polizia. Dal novembre del 1998 fino a febbraio 2000 aveva lavorato nella direzione generale di Telecom Italia, con incarichi disecuritymanagement a livello nazionale. Dopo la fusione Tim-Telecom, nell’autunno 2005, era diventato responsabile della security governance, nell’ambito dell’Unità di servizio security, occupandosi principalmente degli aspetti legati alla protezione civile e dell’antifrode;

in seguito alla vicenda gli inquirenti aprirono un fascicolo per istigazione al suicidio, ma nel 2008 l’inchiesta caso del dirigente dellasecurity governance di Telecom viene chiusa in quanto secondo il pubblico ministero di Napoli non vi era alcuna evidenza probatoria a sostegno della tesi che Bove fosse stato gettato da altri soggetti dal cavalcavia né che fosse stato istigato al suicidio,

si chiede di sapere:

considerati i numerosi dubbi che, nei quasi due anni dalla scomparsa di Niki Aprile Gatti, non hanno ancora trovato chiare risposte, quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda assumere al fine di fare piena luce sulla morte di un giovane informatico incensurato, arrestato dopo essersi costituito e aver chiesto di testimoniare nell’inchiesta Premium;

se non ritenga necessario, per quanto di sua competenza, adottare le opportune iniziative al fine di verificare la possibilità che vi possa essere un filo conduttore tra la vicenda “Premium”, il centro di spionaggio di Telecom Italia, la morte di Niki Aprile Gatti e di Adamo Bove e lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb.

(4-03187)

INTERROGAZIONE LANNUTI

MAI AVUTA  ALCUNA  RISPOSTA……

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