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DOPO VIENE INOLTRATA UN’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DAL MOVIMENTO 5 STELLE…..
ECCO IL TESTO INTEGRALE
Atto a cui si riferisce:
C.3/00697 il 19 giugno 2008, a Cattolica, viene tratto in arresto Niki Aprile Gatti, informatico di 26 anni, con l’accusa di associazione per delinquere e frode informatica in merito all’inchiesta…
Atto Camera
Interrogazione a risposta orale 3-00697 presentato da DI BATTISTA Alessandro testo diLunedì 17 marzo 2014, seduta n. 191
DI BATTISTA. — Al Ministro della giustizia . —
Per sapere – premesso che:
il 19 giugno 2008, a Cattolica, viene tratto in arresto Niki Aprile Gatti, informatico di 26 anni, con l’accusa di associazione per delinquere e frode informatica in merito all’inchiesta denominata Premium;
Gatti viene arrestato insieme ad altre 17 persone, alcune delle quali facenti parte dell’azienda di cui risulta essere socio, la Oscorp Spa, con sede a San Marino, dove lavorava come informatico;
al momento dell’arresto, Gatti non viene però trasferito al carcere di Rimini, come invece avviene per gli altri 17 arrestati, ma presso quello di massima sicurezza di Sollicciano (Firenze);
inoltre i familiari sono stati informati che Niki è stato inizialmente portato al carcere di Rimini e poi trasferito a Firenze;
Niki Gatti, di poi, è l’unico che intende parlare e collaborare con la magistratura al fine di spiegare e chiarire la propria posizione, a differenza degli altri indagati che si sono, invece, avvalsi della facoltà di non rispondere;
al termine dell’interrogatorio di garanzia, però, mentre a tutti gli altri indagati vengono concessi gli arresti domiciliari, Niki Gatti è l’unico al quale viene confermata la custodia cautelare in carcere;
4 giorni dopo, il 24 giugno 2008, Niki Aprile Gatti, viene trovato impiccato nel bagno della sua cella con una corda formata da lacci di scarpe e jeans;
il pubblico ministero della Procura della Repubblica presso il tribunale di Firenze chiede l’archiviazione, avverso la quale i familiari del giovane informatico hanno proposto opposizione ex articolo 410 c.p.p.;
in seguito, con ordinanza del 27 aprile 2010, il G.i.p., nella persona del dottor Rosario Lupo, dispone l’archiviazione e la restituzione degli atti al pubblico ministero ritenendo che il decesso sia avvenuto a seguito di suicidio per impiccagione, non essendo emersi elementi che facciano presumere possibili profili di responsabilità in capo a terzi;
la questione, tuttavia, è tutt’altro che chiara, come anche evidenziato in altri atti di sindacato ispettivo, che non hanno mai ricevuto risposta (XVI legislatura interrogazioni n. 4-03187 e n. 4-04216);
innanzitutto i familiari di Niki Aprile Gatti avevano cercato di rientrare in possesso dei suoi beni, ma alcuni giorni dopo la sua morte l’appartamento dove risiedeva, a San Marino, veniva trovato completamente svuotato degli effetti personali ed in particolare del personal computer, sottrazione, quest’ultima, che non si comprende come sia potuta avvenire alla luce del capo di imputazione per frode informatica e che di certo avrebbe consentito di far luce sull’inchiesta;
tutte le persone che sono state interrogate e che hanno avuto contatti con Niki Gatti hanno riferito di un soggetto psicologicamente sano ed equilibrato del tutto lontano da qualsiasi istinto suicidario;
in primo luogo la psicologa dell’istituto di detenzione riferisce sul Gatti: «Questi era sicuro che la sua permanenza nell’istituto fosse di breve durata e che sarebbe stato scarcerato una volta avuta la possibilità di andare in udienza e spiegare le sue ragioni davanti al giudice; il soggetto aveva dimostrato una capacità di gestire cognitivamente ed emotivamente la situazione in cui si era venuto a trovare dopo l’arresto; il tono dell’umore era normale, aveva uno stato ansioso reattivo lieve, congruo alla situazione che stava vivendo; era assente l’ideazione suicidaria, non aveva avuto precedenti psichiatrici, né mai manifestato problematiche psicologiche, riferiva di non far uso di sostanze stupefacenti»;
in secondo luogo l’agente di custodia che ha parlato con Niki Gatti per ultimo, alle ore 10, riferisce: «Niki mi chiama chiedendomi informazioni in merito all’esito dell’interrogatorio di garanzia avvenuto il giorno prima; io lo rassicuro dicendogli che non avendo ancora ricevuto nulla di scritto non era per niente scontata la sua permanenza in carcere in quanto una eventuale scarcerazione poteva sopraggiungere in qualsiasi momento; tuttavia entro l’indomani mattina (25 giugno) attraverso la matricola gli si sarebbero date ulteriori informazioni e tutti gli aggiornamenti in merito alla sua posizione giuridica; il detenuto appariva soddisfatto e sereno ringraziandomi della risposta ricevuta, mentre io proseguivo nell’attività di accertamento numerico»;
pertanto non è plausibile che Niki Gatti si possa essere suicidato nella sua cella nella stessa identica ora, alle ore 10, in cui avveniva questo colloquio con l’agente addetto alla sua custodia, senza attendere neppure le notizie, che il giorno successivo sarebbero arrivate, in merito ad una possibile scarcerazione;
in terzo luogo anche le dichiarazioni dei suoi due compagni di cella, fondamentali nel confermare il suicidio, anche se non completamente coincidenti, nonché dei detenuti delle celle limitrofe, riferiscono tutte di una persona serena ed equilibrata;
a ciò si aggiunga che destano più di una perplessità anche altre circostanze;
si deve sottolineare il fatto che la morte sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena libertà di movimento nel carcere;
allo stesso tempo non si comprende come sia possibile che dei semplici lacci di scarpe e strisce di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92 chilogrammi senza spezzarsi;
inoltre la consulenza tecnica, che ha accertato la morte per impiccagione, ha omesso di accertare la presenza, nel corpo del giovane informatico, di sostanze tossiche, anche, e soprattutto in considerazione del fatto che a Niki Gatti potrebbero essergli stati somministrati farmaci tali da poter eventualmente rendere possibile l’impiccamento contro la sua volontà;
sempre in sede di indagini peritali, il consulente ha dichiarato di non aver potuto chiarire se al momento dell’impiccamento il corpo sia stato sospeso nel vuoto o meno, in quanto il perito incaricato non era a conoscenza di dati sull’effettivo posizionamento del corpo al momento del rinvenimento;
non si comprende, poi la scelta di condurre un incensurato di 26 anni, unico tra tutti gli indagati, in un carcere di massima sicurezza, nel quale non è ragionevole che siano presenti dei lacci di scarpe, ma al contempo appare all’interrogante incomprensibile la mancata concessione allo stesso degli arresti domiciliari;
senza contare che l’inchiesta Premium, nella quale Niki Aprile Gatti voleva collaborare con la magistratura, avviata a seguito delle denunce di migliaia di utenti toscani truffati a causa di una tariffazione maggiorata dei numeri 899 nonché attraverso connessioni illegali ad internet, ha fatto emergere ulteriori attività criminose, come, ad esempio, il riciclaggio di denaro;
tutte queste attività illecite ruotano attorno ad una serie innumerevole di flussi di denaro tra San Marino e Londra che ben potrebbero risultare legate anche allo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb, considerato che lo stesso asse San Marino-Londra emerge in occasione di altre truffe telefoniche italo-europee, quali Phuncards-Broker e Eutelia –:
in considerazione dei numerosi dubbi sulla morte di Niki Aprile Gatti, che non hanno ancora trovato risposte chiare, quali iniziative il Ministro interrogato abbia assunto o intenda assumere, per quanto di competenza, al fine di fare piena luce sulla morte di un giovane incensurato, arrestato dopo essersi costituito e dopo aver chiesto di collaborare con i magistrati nell’inchiesta Premium;
quali siano le ragioni per cui Niki Aprile Gatti sia stato trasferito in un carcere di massima sicurezza e perché ai suoi familiari sia stata comunicata la sua iniziale detenzione presso il carcere di Rimini;
se il Ministro interrogato, alla luce delle vicende descritte e della loro gravità, abbia proceduto o intenda procedere, anche ai sensi l’articolo 12 della legge n. 1311 del 1962, ad una inchiesta amministrativa sui fatti di cui in premessa, per verificare eventuali responsabilità e negligenze professionali nei confronti del personale deputato a vigilare ed a garantire l’incolumità delle persone detenute, fornendo le risultanze della medesima. (3-00697)
E….QUESTA E’ L’INTERROGAZIONE……17 MARZO 2014
IL 28 MARZO 2014 ACCADE QUALCOSA CHE SA DAVVERO DELL’INCREDIBILE ……………..!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! LEGGETE QUI ……
IL MORTO DEL 24 APRILE 2009 NEL CARCERE DI SOLLICCIANO -FIRENZE- INSERITO ANCHE NELL’INTERROGAZIONE PARLAMENTARE DEI RADICALI…… E’ VIVO……
(L’E-MAIL ARRIVA AD UNA PERSONA MOLTO VICINA A ME…..E COMUNQUE SE AVESSE VOLUTO CONTATTARE ME AVREBBE POTUTO FARLO MOLTO PRIMA…..LA MIA E-MAIL ERA EVIDENTISSIMA A TUTTI SUL BLOG…..PERCHE’ ASPETTARE 5 ANNI???????????) E CHI E’ MORTO IL 24 APRILE 2009 LI’ DENTRO????????? E CHI HA FATTO IL SUO NOME RIPRESO POI DA TUTTI GLI ELENCHI UFFICIALI (CHE VENGONO MANDATI ANCHE IN EUROPA????????????)
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noi tutti vicini a questa mamma,che ha il diritto di sapere,la verità sulla morte del figlio avvenuta in un carcere di massima sicurezza ed era assolutamente incensurato
Nella storia di Niki, la Realtà supera di gran lunga la Fantasia!
Un nostro ringraziamento sentito va agli Onorevoli Bonafede e Di Battista,
e a tutto il Movimento 5 Stelle, Grazie andate avanti!
Verità e Giustizia per Niki Aprile Gatti
Sembra davvero uno di quei film gialli dove i morti ritornano…
Però a questo signore che scrive nell’email…”sono anni che cerco di contattarla” vorrei dire:
Che ci voleva a fare un’email? Che ci voleva a farla appena dopo “morto”?
Il suo nome c’era sui giornali, c’era nei blog, c’era su “ristretti orizzonti” perchè non ha comunicato subito la sua “non morte”?
E sopratutto mi chiedo…chi è morto quel giorno a Solliacciano? Perchè qualcuno è morto per cause “da accertare” come scriveva ristretti orizzonti, qualcuno che la sera si addormento e il mattino dopo era morto, così almeno riportavano i giornali…
E allora chi è???
…il marciume non ha mai fine!!!!!!!!!!!!!!
Un sincero ringranziamento va agli Onorevoli Bonafede e Di Battista insieme al Movimento 5 stelle e a tutti quelli che si attiveranno per far chiarezza sulla morte di Niki.
Grazie di cuore!
Ancora nessuna risposta???dopo la richiesta dell’interrogazione parlamentare? non ci fermeremo!
Resto vigile e pronto a intraprendere ogni civile protesta e ogni accorato appello per chiarire una volta per tutte questa schifosa vicenda… l’unico tra diciotto arrestati che si dichiara pronto a collaborare con lo STATO ITALIANO, non può continuare ad essere ignorato dallo STATO ITALIANO.
Per il momento il mio grazie sincero va solo ad Alessandro Di Battista e al movimento cinque stelle.
Roberto Ballerini
Firenze
Come comitato siamo apolitici, ma non possiamo non ringraziare pubblicamente Di Battista e Bonafede.
Ci auguriamo che la vostra azione sia quella decisiva perchè troppo tempo è già passato