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NIKI APRILE GATTI, PAOLO FRANCESCHETTI E LA SUA ANALISI

“La morte non è nel non potere più comunicare,

ma nel non potere più essere compresi.”

Pier Paolo Pasolini.

POST DEL  20 FEBBRAIO 2009

Chi non conosce la verità è uno sciocco, ma chi, conoscendola, la chiama bugia, è un delinquente.  (Bertolt Brecht)

 

DAL BLOG DI Paolo Franceschetti (http://paolofranceschetti.blogspot.it/2009/02/la-vicenda-di-niki-aprile-gatti.html)

La vicenda di Niki Aprile Gatti.

La vicenda
19 giugno 2008 la signora Ornella Gemini viene a sapere che suo figlio, Niki Aprile Gatti, è stato arrestato.
Niki è un ragazzo di 27 anni, esperto di informatica presso una società di cui è anche socio minoritario. Abita a San Marino, dove ha sede la società in cui lavora.
La mattina del 19 giugno Niki viene avvisato dalla madre di uno dei soci, che la sera precedente era stato arrestato il figlio; la donna gli chiede se può recarsi a Cattolica dall’avvocato Marcolini, il legale aziendale.

Niki va a colloquio dall’avvocato e, quando esce, viene arrestato.
Viene arrestato il 19 giugno con l’accusa di “frode informatica”. Ricordiamoci questa accusa, perché sarà importante nel prosieguo. Viene tradotto nel supercarcere di Sollicciano, mentre altri due arrestati verranno portati nel carcere di Rimini, che sarebbe la sede più naturale.
Mamma Ornella contatta l’avvocato aziendale, che le dice che Niki è in isolamento per qualche giorno, quindi è inutile cercare di contattarlo.
Inizia anche una serie di telefonate e pressioni varie per convincere la signora Ornella a cambiare avvocato. Ma lei insiste. Vuole l’avvocato Marcolini che, essendo il legale aziendale, conosce meglio di ogni altro le vicende societarie.
Il 20 giugno però, alle 20,58 viene spedito a Niki un telegramma: devi nominare l’avvocato X. Il telegramma viene spedito dalla casa di Niki stesso, che in teoria avrebbe dovuto essere sotto sequestro.
Niki non sa che la madre è contraria. Come potrebbe saperlo se non si sentono da giorni? E di fronte ad un invito così perentorio Niki esegue.
Il giorno dell’udienza, il 23 giugno, Ornella viene a sapere che suo figlio ha cambiato avvocato. La signora torna a casa senza aver potuto vedere suo figlio.

Il 24 giugno alle ore 13,15, arriva una telefonata sul cellulare della signora: “E’ il carcere di Sollicciano, suo figlio si è suicidato”
Senza seguire le normali procedure (le quali prevedono che la direzione del carcere avvisi la polizia, la quale si deve recare dai parenti insieme ad uno psicologo) qualcuno ha telefonato direttamente al cellulare della signora.

Il 19 luglio il marito della signora Ornella si reca a San Marino per sistemare le questioni relative all’appartamento che Niki aveva in affitto. E… sorpresa… l’appartamento è stato completamente ripulito. Non ci sono più neanche i mobili. Tutto sparito: Pc del ragazzo, vestiti, lettere, tutto…

Ma veniamo al suicidio. Niki si sarebbe impiccato con il laccio di una scarpa e un paio di jeans, appendendosi alla finestra del bagno, senza l’altezza necessaria. Una tecnica possibile da attuare in linea teorica, ma quasi impossibile da realizzare nella pratica, perché – ammesso e non concesso che il laccio non si spezzi, e ammesso e non concesso che il laccio sia lungo abbastanza da poterci costruire un cappio – si muore dopo tanto tempo, e con sofferenze atroci, il che fa sì che l’istinto di sopravvivenza porti il potenziale suicida a desistere prima di terminare l’operazione.
E’ la stessa tecnica dei suicidi con le buste di plastica. Impossibili da realizzare nella pratica, anche se in teoria sono fattibili. Questo perché l’istinto di sopravvivenza, nella fase della mancanza di ossigeno, prevale sulla volontà di morte e in genere la persona tende a liberarsi sentendo il senso di soffocamento. Quindi il 99 per cento dei suicidi con le cosiddette buste di plastica sono in realtà omicidi.

Dopo due giorni, il funerale. Il figlio non lascia neanche una lettera alla madre. Si sarebbe suicidato così. Senza un motivo. Appena 4 giorni di carcere, in pratica, avrebbero piegato la volontà di Niki fino a farlo decidere di togliersi la vita. Inoltre il ragazzo, a quanto dicono alcuni testimoni, era tranquillo, con la coscienza pulita, non aveva motivo di decidere per una fine così tragica.
Il Pm archivierà tutto come suicidio. Non terrà conto quindi delle tante, troppe stranezze di questa vicenda. Dal verbale risulta che un agente aveva parlato con il ragazzo alle 10. Ma l’ora della morte è fissata proprio alle dieci. Una contraddizione insanabile.
I due compagni di cella di Niki non riescono a ricostruire l’accaduto in maniera credibile perché le due versioni dei fatti sono discordanti.
Manca l’esame tossicologico sulle cause della morte.
Eppure tutto questo, non è sufficiente per fare indagini ulteriori e tutto viene archiviato.

La signora fa opposizione all’archiviazione ma… sorpresa… l’opposizione all’archiviazione si perde… Per fortuna il legale ne conserva una copia e la deposita nuovamente.

Approfondendo la questione vengono alla luce altre anomalie.
Verranno arrestate altre 17 persone in questa inchiesta. Niki era l’unico che aveva dichiarato al magistrato di voler collaborare. Sarà l’unico a suicidarsi. Gli altri, che si erano avvalsi della facoltà di non rispondere, verranno tutti liberati in poco tempo. Strano destino no? Le persone che hanno tenuto la bocca chiusa, sono state liberate. L’unico che voleva parlare, ha avuto la bocca chiusa per sempre. Strano destino che ricorda un po’ la legge del contrappasso…

Nei giorni successivi Ornella chiede la documentazione relativa alla posizione del figlio alle società per le quali il figlio lavorava. Ma non riceve alcuna risposta.

O meglio. Riceve una risposta nel tipico linguaggio di noi legali quando vogliamo prendere tempo: “La società Sofisa (NB. Il nome ricorda Sofia, la sapienza…) nel rispetto della legge Sanmarinese fornirà in futuro tutte le informazioni che le verranno richieste”.

Ma la signora, ad oggi, non ha ancora ricevuto niente.

Da legale decido di fare un controllo. Vediamo cosa dice la legge sammarinese al riguardo… faccio una ricerca e mi trovo alla voce “società” 152 documenti in ordine sparso solo sul diritto societario. Migliaia di pagine cioè. Poi dovrei controllare le sanzioni civili e penali per gli inadempienti, ecc…
Inoltre scopro che non esiste un vero e proprio codice perché a San Marino si applica “il diritto comune”… che è una espressione tecnica per dire, in linguaggio giuridico, che non esiste una legge specifica, non esiste un codice cioè, ma esistono una miriade di leggi caotiche che si applicano non sai bene come.
Quanto basta per far desistere chiunque a meno che non sia un legale e che non abbia a sua disposizione un intero periodo di ferie…
Ma da avvocato oramai non mi stupisco più perché so che la legge è fatta per fregare il cittadino, non per tutelarlo. Il potente non ha bisogno di conoscere la legge perché ha la certezza che qualunque essa sia, comunque non verrà applicata. Il cittadino comune, invece, se vuole conoscere un suo diritto (un diritto teorico, perché poi è tutto da vedere se sia possibile chiederne l’applicazione pratica) deve sborsare migliaia di euro.

Le stranezze.
– Molte sono le cose che non quadrano in questa vicenda.
Anzitutto in isolamento non si può ricevere alcun telegramma. Come gli è stato recapitato? E da chi?
Assurdo poi che sia stato mandato dalla casa di Niki… solo i servizi segreti possono fare questo e ottenere questo. Provate voi, cittadini qualunque, a mandare un fax dalla casa di un arrestato, e vedete che vi succede.
Assurda anche la telefonata dal carcere sul cellulare della signora, in barba a tutte le procedure. Ma è chiara la tecnica e anche il fine di questa telefonata. Aumentare il dolore della signora, farla impazzire dal dispiacere affinché lei non capisca la verità e abbia ancora meno forza per combattere.
Assurda un’archiviazione senza preventivo esame tossicologico. Assurdo l’ostruzionismo alla richiesta della signora di avere i documenti relativi alla posizione societaria di suo figlio.
Assurdo che uno venga mandato in un carcere speciale, di massima sicurezza, quando è tratto in arresto per un reato di minima gravità. Frode informatica!!! Ci sono persone che stuprano, che uccidono, che rubano miliardi, e che sono in giro libere. Ma per una “frode informatica” c’è bisogno di un carcere di massima sicurezza!
Assurdo che un ragazzo si suicidi con il laccio di una scarpa..

In uno stato di diritto serio, in cui il diritto veramente fosse uguale per tutti, si metterebbero innanzitutto sotto inchiesta i periti e il PM.
Poi si procederebbe con le indagini facendo l’analisi tossicologica, andando a vedere che ruoli aveva Niki nella società, e in tal modo si risalirebbe ai mandanti con una facilità tale che, probabilmente, la cosa sarebbe alla portata anche di un dodicenne con un basso quoziente intellettivo.
Nel nostro stato, invece, ci sarà sempre un muro di gomma. Lo stesso muro di gomma che c’è stato per tutte le persone uccise nei decenni precedenti.

Conclusioni
Cara Ornella, come promesso le ho scritto l’articolo.
Aveva torto l’avvocato cui lei si rivolse. Non abbiamo bisogno di prove, per dimostrare l’omicidio. Non abbiamo bisogno di prove e moventi. E neanche di mandanti.
Le prove ci sono tutte. Quando attorno ad una vicenda si muove un casino infernale, come ho scritto varie volte, quando le istituzioni fanno muro, quando compaiono personaggi iscritti in massoneria da destra e da sinistra, si può star sicuri che l’evento non è una morte accidentale, per il semplice motivo che altrimenti tutti si prodigherebbero per fare il massimo affinché lei possa arrivare all’accertamento della verità.
Quando invece tutti remano contro, allora vuol dire che la morte è un caso di omicidio e non di suicidio.
I moventi sono chiari e li ha scritti lei sul suo blog. Suo figlio era l’unico che voleva collaborare, dei 18 arrestati. E collaborare con la giustizia, nel nostro paese, non è permesso. Chi collabora veramente muore. E in genere muore prima ancora di poter arrivare a dire qualsiasi cosa o a fare qualsiasi cosa.
Abbiamo anche i mandanti.
I mandanti sono facilmente individuabili, perchè sono tutte le persone che sono coinvolte nella vicenda di suo figlio. Tutte le persone che in qualche modo hanno depistato, sviato, inquinato, impedito… Per il nostro codice penale, signora, all’articolo 110, le persone che concorrono in un reato a qualsiasi titolo sono punite tutte allo stesso modo. Istigatori, mandanti ed esecutori, hanno più o meno la stessa pena.
Il mandante, signora Ornella, è il sistema stesso. Talvolta non c’è un ordine di esecuzione che parte dall’alto, da una persona determinata, come si vede nei film. E’ il sistema che decreta la tua morte, col consenso di tutti quelli che ne fanno parte e che lo accettano supinamente o attivamente. Persone come Rino Gaetano, come Tobagi, come Pecorelli, le persone uccise in questi decenni nei centri sociali, Lucio Yassa, Betty Altomare, non avevano un nemico preciso, individuato…Erano scomodi al sistema, e il sistema impone l’eliminazione degli elementi sgraditi.
Quindi l’ordine di esecuzione per suo figlio, sarà stato dato da una pluralità di persone d’accordo tra loro, perché la sua scomparsa fa parte di un sistema di regole codificato da secoli. Suo figlio aveva deciso di parlare, e questo, per chi lavora in una società che fa affari illeciti in un paradiso fiscale come San Marino, è uguale alla morte.
Lei signora è una delle prime, a quanto mi risulta, che non solo ha capito subito la verità, ma anche che la sta cercando con vigore.
Allora signora, so che questo non la consolerà. Ma noi buddisti crediamo che ogni anima si incarni in un corpo e in una vita determinata per un compito preciso. Quello di suo figlio era di scomparire in questo modo.
E quello suo è quello di far conoscere la verità a più gente possibile perché, come ha detto anche lei, solo la verità rende liberi, e forse un giorno, fra decenni, liberi lo saremmo veramente, col contributo di tutti noi. Per aiutare tutte le madri nella sua condizione e tutte le persone morte inconsapevolmente per un motivo che neanche conoscevano o intuivano, all’epoca.
Affinchè questa strage di innocenti finisca un giorno, probabilmente quando noi non ci saremo più.

Previsioni per il futuro
Cara signora, non so se lo sa, ma leggevo i tarocchi fin dall’età di quindici anni.
Ora che sono grande non ho bisogno dei tarocchi per sapere quello che le succederà.
Glielo dico in anticipo, affinché lei si possa cautelare in tempo. Ripetendole alcune cose che le ho detto quando ci siamo incontrati al mio studio.
Spesso le spariranno dei fascicoli in tribunale.
Le sue domande spesso, anche se non sempre, rimarranno senza risposta.
Se i media nazionali la ascolteranno e la faranno parlare, ometteranno proprio le cose più importanti, e cioè: in che società era suo figlio? Di cosa si occupava la società? Chi erano i suoi colleghi e in che rapporti erano con le inchieste di De Magistris? Queste cose, i media nazionali non lo diranno mai, e in ogni trasmissione o intervista in cui lei comparirà verrà sempre insinuato il dubbio che lei sia una visionaria che non accetta la morte di suo figlio.
Quando sarà vicina alla verità o quando avrà qualcosa di importante da divulgare, sarà il momento che non la faranno parlare.
Faranno di tutto per allontanarle la gente vicina e forse la riempiranno di querele e procedimenti giudiziari affinché lei passi tutto il tempo a difendersi e non abbia tempo di fare altro.
Perdere i documenti in tribunale, archiviare con motivazioni fantastiche, ecc… è una delle loro tecniche per sfinire psicologicamente una persona.
Cercheranno di avvicinarle persone che carpiranno la sua buona fede aiutandola molto, entrando magari nel cerchio delle persone di sua fiducia per poi tradirla dopo mesi o anni di aiuto.
Faranno di tutto per creare situazioni in cui far litigare lei e suo marito, o lei e le sue amiche, o per dividere il comitato costituito per suo figlio.

Le dico quel che deve fare per evitare al minimo i guai.
Il nostro sistema giudiziario è un colabrodo fatto per proteggere i delinquenti. Quindi rivoltiamo il sistema contro chi il sistema l’ha creato.
Dal punto di vista giudiziario è sufficiente non avere beni e non avere intestato nulla, così potrà evitare di perdere tempo in giudizi defatiganti, in quanto le eventuali cause civili contro di lei si risolveranno in un nulla di fatto.
Dal punto di vista penale non tema querele o altro. Per reati di diffamazione nessuno va in galera fino a condanna definitiva, e con i tempi della nostra giustizia e un bravo legale lei farà andare tutto in prescrizione. Quindi dica la verità senza paura. Al massimo, se subirà la condanna, ciò avverrà fra parecchi anni, quindi stia tranquilla e consideri gli eventuali atti giudiziari per quello che in realtà sono: dei pezzi di carta, che non hanno il potere di modificare la nostra vita reale, se noi non gli diamo questo potere.
Se poi per disavventura finirà in galera, basta che impari delle tecniche di meditazione, si può stare fermi anche una giornata senza soffrire l’isolamento e con le leggi che abbiamo in genere si sta fuori dopo pochi giorni.
Queste cose valgono tanto per lei quanto per suo marito, perché cercheranno di colpire lui per potervi dividere e renderla più debole.

Dei depistaggi, delle persone che verranno a creare confusione, non si preoccupi. Prima o poi queste persone si tradiscono, e chi è in buona fede le scopre. Magari ci mette anni, come è capitato a noi, ma vengono sempre scoperte.
Se non darà importanza al denaro, non sarà col denaro che potranno colpirla.
Se non darà importanza alla sua “reputazione” facendola dipendere da un certificato penale che nel nostro stato ormai è solo carta straccia, non sarà con i processi penali che riusciranno a colpirla.
Se non darà importanza alla sua vita, perché la considererà importante quanto la vita di suo figlio, quanto la vita delle persone che la circondano, e di tutte le persone che verranno dopo di lei, e se capirà che tutto ciò che fa è indirizzato a tutte le persone che dovranno ancora morire, quelle che sono morte, che sono state diffamate, infangate, dimenticate, e lo saranno in futuro, allora non sarà con la paura di morire che la fermeranno.
Se poi lascerà che l’amore di suo figlio la guidi sopra ogni altra cosa e insieme con esso la guidi l’amore per la verità, di suo figlio e di tutte le altre persone nella sua situazione, allora non la potrà fermare nessuno.
Se tiene presente che quello che è successo a lei, è successo a centinaia di persone in passato e succederà ancora, se tiene presente che quello che lei fa oggi per suo figlio, lo fa anche per tutte le persone che verranno uccise in futuro, allora sappia che se lei vincerà, lo avrà fatto anche per tutte le persone che verranno in futuro dopo suo figlio. E allora la morte di suo figlio avrà un senso, e verrà un giorno, fra molti e molti anni, in cui oltre al dolore immenso per la scomparsa di Niki, proverà l’orgoglio di sapere che la morte di suo figlio è servita a tante persone, in Italia.
Vada avanti. Per quello che potrò, cercherò di starle vicino.

Con affetto.
Ps. La signora Gatti ha costituito un comitato che si adopera per far
emergere la verità sul figlio.
SISTEMA MASSONICO(nel libro la mia storia)


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NIKI APRILE GATTI, SILVIO SCAGLIA,NAPOLITANO E L’APPELLO DI BEPPE GRILLO

POST  DEL  15  MAGGIO  2010  APPELLO DI BEPPE GRILLO 

“Lo splendore dell’amicizia non è la mano tesa
né il sorriso gentile né la gioia della compagnia:
è l’ispirazione spirituale quando scopriamo
che qualcuno crede in noi ed è disposto a fidarsi di noi.”
(R.W. Emerson)

disMai dubitare che un gruppo seppur piccolo di cittadini attenti e risoluti possa cambiare il mondo.( Margaret Mead)

La madre di Niki Gatti ha scritto al Presidente della Repubblica per chiedere giustizia per la morte di suo figlio. Non ha avuto risposta. Secondo la madre, Niki, un ragazzo incensurato, è stato ucciso in carcere dopo essersi costituito e aver chiesto di testimoniare nell’inchiesta Premium. L’unico tra 18 indagati ad essere stato rinchiuso nel carcere di massima sicurezza di Sollicciano. Premium è una vicenda ancora oscura legata alle compagnie telefoniche come il centro di spionaggio di Telecom Italia, il suicidio diAdamo Bove, lo scandalo Telecom Sparkle/Fastweb. E’ possibile che ci sia un comune filo conduttore tra questi fatti. La moglie di Silvio Scaglia ha scritto a Napolitano per chiedere gli arresti domiciliari per suo marito, in carcere da quasi 80 giorni. Scaglia era rientrato spontaneamente dall’estero e si era presentato ai giudici, come Niki. Napolitano ha subito risposto che si interesserà al caso. E di questo sono lieto, perché anch’io non capisco le ragioni di una così lunga detenzione cautelare. Napolitano risponda però, dopo alla moglie di Scaglia, anche alla madre di Niki, tutti i cittadini italiani hanno pari dignità. Chi può riapra le indagini.

GRAZIE  BEPPE!!!

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NIKI APRILE GATTI, LA STORIA….E LA VERITA’??

…..SEMPRE RICOSTRUENDO IL VECCHIO BLOG

POST DEL 26 NOVEMBRE  2010

“…l’inverno e il freddo
non vede il suo “capitale”,
non vede un  figlio….”
(Alda Merini)

ioena

(NIKI e Nathan….nei giorni di Vita)

Quello di oggi è un post duro…durissimo per me…..ma vorrei
che mi aiutaste a capire….
E allora voglio ricominciare da qui…dal punto in cui tutto è
finito…..
Sul quotidiano LA REPUBBLICA del 25.6.2008,pag. 4 ,
sezione Firenze,
(data successiva al decesso), Franco Corleone, quale
Garante per i diritti dei detenuti, in una intervista
rilasciata alla
giornalista Laura Montanari, dopo un colloquio avuto col

Direttore del Carcere di Sollicciano e
con gli agenti di custodia, afferma:

“……..ieri mattina alle 10,00 Aprile Gatti Niki aveva avuto
la
sua ora d’aria, era rientrato in cella, aveva scambiato
qualche parola con un agente sul processo,
ed alle ore 11,00 uno dei suoi compagni di cella era
andato in infermeria per prendere del

metadone un altro era rimasto lì, lui si è chiuso nel bagno
e si è impiccato”
(altri giornali non ricordo se anche questo riportavano
che Niki avesse fatto delle strisce ai Jeans e con le
strisce insieme al laccio avesse fatto…..)

Iniziamo ad analizzare queste dichiarazioni………
Dalle dichiarazioni rilasciate dai soggetti escussi
nell’indagine nonché dalla documentazione
fotografica acquisita non risulta che Niki fosse andato ai
“passeggi”….
Infatti, in nessun atto emerge la circostanza che APRILE
GATTI NIKI avrebbe profittato
dell’ora d’aria.

Invero, sull’ora d’aria cui beneficiano i
detenuti dalle ore 9,30 alle ore 10,30 gli
atti amministrativi interni del carcere recano un
inspiegabile vuoto illustrativo nella 1° Archiviazione ……

(Nella seconda ARCHIVIAZIONE…..si accerta: “NIKI APRILE GATTI NON
HA BENEFICIATO DELL’ORA D’ARIA”
Nella prova fotografica NIKI al momento del fatto indossava ancora il pigiama.

Non vi è rispondenza neppure con I’ora del
decesso,laddove nel citato articolo viene riferita alle ore
11,00 mentre il medico sanitario che ne ha curato
I’autopsia I ‘ora del decesso viene indicata alle ore 10,00.

(ORA DI CHIAMATA AL 118 …. 11.15…….)

Lo stesso garante sostiene che il ragazzo “Forse si è
scoraggiato pensando a una lunga detenzione,so che
aveva cambiato avvocato,altro segno di inquietudine”.


Con telegramma del 20 giugno 2008 con un ordine
categorico, si invitava Aprile Gatti Niki a nominare un
altro avvocato…..(ecco il telegramma)
TELEGRAMMA

Pur sapendo (chi ha effettuato questo Telegramma) di
andare contro la volontà della madre Ornella Gemini,che
in merito a tale decisione aveva ravvisato l’inopportunità
di un tale cambiamento.

Non fu dunque Niki a voler cambiare
legale, ma evidentemente un altro
soggetto …….

E… Possibile che in un carcere di massima sicurezza si
consegna un telegramma ad un detenuto in “isolamento”
senza controllare e che il Direttore non
sappia?????????????
Come faceva il Garante a non sapere dopo aver parlato
con il direttore ed anzi a leggere il “cambio avvocato”
come un “cenno di cedimento”???????????????
Queste sono le ultime scarpe del mio adorato Niki, restituite
dal carcere ……in una il laccio è perfettamente intrecciato,
nell’altra…..
SCARPE

QUESTO E’ IL LACCIO CHE E’ RIUSCITO A SORREGGERE UN
RAGAZZO ALTO 1.80 E DI 92 KG DI PESO

laccio niki

E QUESTI SONO I JEANS ….CHE COME POTETE VEDERE SONOPERFETTAMENTE INTEGRI…….

jaens niki

(TUTTI I GIORNALI RIPORTAVANO LA STORIA DELLE STRISCE
….TANTO CHE OGNI GIORNALISTA CHE SCRIVE ARTICOLI SU
NIKI …DEVO CORREGGERLO PERCHE’ ATTINGE DALLE
NOTIZIE DELL’EPOCA….E LA COSA FECE PARLARE TUTTI…IN
QUANTO COME AVREBBE POTUTO FARLE?????? E LORO DA CHI
AVEVANO AVUTO QUESTA “FALSA” NOTIZIA?????????????????)

“L’ingiustizia in un luogo qualunque è una minaccia per la giustizia ovunque”  (Martin Luther King)

 

Sentiamo cosa dice l’Agente di Custodia che ha parlato con
Niki per ultimo, alle ore 10,00 :
“Niki mi chiama chiedendomi informazioni in merito all’esito
dell’interrogatorio di garanzia avvenuto il giorno prima; io lo
rassicuro dicendogli che non avendo ancora ricevuto nulla di
scritto non era per niente scontata la sua permanenza in
carcere in quanto una eventuale scarcerazione poteva
sopraggiungere in qualsiasi momento; tuttavia entro
l’indomani mattina (25 giugno…..) attraverso la matricola gli
si sarebbero date ulteriori informazioni e tutti gli
aggiornamenti in merito alla sua posizione giuridica; il
detenuto appariva soddisfatto e sereno ringraziandomi della
risposta ricevuta, mentre io proseguivo nell’attività di
accertamento numerico..”
NELLA STESSA IDENTICA ORA ….ORE 10,00 IN CUI AVVENIVA
QUESTO COLLOQUIO ……E NON ASPETTANDO NEANCHE IL
GIORNO DOPO PER VEDERE SE USCIVA DAL CARCERE …NELLA
STESSA ORA …..NIKI MUORE……

Ecco cosa dice la Psicologa:
“Questi era sicuro che la sua permanenza nell’istituto fosse
di breve durata e che sarebbe stato scarcerato una volta
avuta la possibilità di andare in udienza e spiegare le sue
ragioni davanti al giudice; il soggetto aveva dimostrato una
capacità di gestire cognitivamente ed emotivamente la
situazione in cui si era venuto a trovare dopo l’arresto; il tono
dell’umore era normale, aveva uno stato ansioso reattivo
lieve, congruo alla situazione che stava vivendo; era assente
l’ideazione suicidaria, non aveva avuto precedenti
psichiatrici, nè mai manifestato problematiche psicologiche,
riferiva di non far uso di sostanze stupefacenti….”

Lo psicologo precisava che non aveva ritenuto di segnalarlo per
un ulteriore colloquio con lo psicologa in quanto non
considerava il caso di tale gravità da sottoporlo ad un colloquio ravvicinato nel tempo….

LA MORTE DI NIKI IL 24 GIUGNO 2008 NONOSTANTE LE
OPPOSIZIONI PERCHE’ NOI DAL PRIMO MOMENTO NON
ABBIAMO MAI CREDUTO AL SUICIDIO, E’ STATA ARCHIVIATA
COME “SUICIDIO”
“NELL’INCHIESTA PREMIUM” ERANO STATE ARRESTATE 18
PERSONE (DI CUI ALCUNE ANCHE MOLTO IMPORTANTI… )
SECONDO ALCUNI GIORNALI C’ERA ANCHE L’OMBRA DELLA
MAFIA … DI QUESTI 18 :
-Niki è stato l’unico a non volersi avvalere
della “facoltà di non rispondere”
-Niki è stato l’unico al quale hanno cambiato
Avvocato
-L’Appartamento dove Niki viveva in affitto
dopo 15 giorni dalla sua morte è stato
completamente “ripulito”
-Niki è l’Unico che non c’è più…..

COME SI E’ CHIUSA L’INCHIESTA PREMIUM??? E’ ANCORA
APERTA??????????
A VOI LE RIFLESSIONI…….

 

 


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