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NIKI APRILE GATTI, ADAMO BOVE E LA STORIA IN UN ATTO ISPETTIVO

Mi hanno sepolto,
ma quello che non sapevano, è che io sono un seme.

 

Per un figlio che muore si versano milioni di lacrime, si alzano i pugni chiusi verso il cielo, si può anche bestemmiare, ce la si può prendere con Dio come ho fatto io, ma è tutto inutile, non serve a niente di niente, con Dio non si conversa, ma con i Tribunali almeno si “dovrebbe” invece…

Noi restiamo in attesa che si riapra il fascicolo di Niki e i mille interrogativi vengano chiariti…….siamo in attesa della…GIUSTIZIA!!!

Riportiamo  l’Atto di Sindacato Ispettivo del 19 Maggio 2010 dell’On. Elio Lannutti  che potete trovare sul sito del Senato (http://www.senato.it/ric/generale/risultati.do) insieme agli altri documenti…e non hanno MAI dato risposta…TROPPO IMPEGNATI ad altro..

 

Risultati 15 su 5 per Niki Aprile Gatti

 

Elio LANNUTTI
Legislatura 16
Atto di
Sindacato Ispettivo n° 4-
03187
Atto n. 4-03187
Pubblicato il 19 maggio 2010
Seduta n. 383
LANNUTTI – Al Ministro della giustizia. –

Premesso che, per quanto risulta
all’interrogante:
si apprende da notizie di stampa
che il giudice per le indagini
preliminari del Tribunale di Firenze
ha deciso di archiviare l’indagine
sulla morte di Niki Aprile Gatti
avvenuta in carcere mentre era detenuto in seguito all’inchiesta
per truffa telefonica e frode informatica denominata Premium;
Gatti viveva a San Marino dove lavorava come informatico per il
gruppo di aziende oggetto dell’inchiesta del magistrato fiorentino
Paolo Canessa che vede incriminate la Oscorp SpA, Orange, OT&T
e TMS, tutte residenti a San Marino, la Fly Net di Piero Mancini,
Presidente dell’Arezzo Calcio, più altre società con sede a Londra;
il 19 giugno 2008 Gatti riceve la telefonata della madre del
titolare/socio dell’azienda per cui lavora: lo informa che il figlio è
stato arrestato e lo invita a recarsi dall’avvocato aziendale, Franco
Marcolini, per avere spiegazioni. Gatti non ha ragioni per temere
nulla e si reca dal legale dell’azienda. All’uscita, alle ore 14:30,
viene tratto in arresto con l’accusa di frode informatica;
Gatti non viene trasferito al carcere di Rimini così come avviene
per gli altri 17 arrestati, ma, solo fra tutti, presso quello di massima
sicurezza di Sollicciano (Firenze). A differenza degli altri imputati
non si avvale della facoltà di non rispondere, ma cerca di aiutare i
magistrati nella ricerca di possibili informazioni;
al termine dell’interrogatorio di garanzia Gatti è l’unico tra gli
indagati ad aver collaborato ed è anche l’unico al quale viene
confermata la custodia cautelare in carcere mentre per i
“silenziosi” scatta il privilegio degli arresti domiciliari;
poche ore più tardi, nella mattinata di martedì 24 giugno 2008, Niki
Aprile Gatti viene trovato impiccato ad una corda ricavata da
strisce di jeans e lacci di scarpe nel bagno della cella 10 della IV
sezione;
le autorità inquirenti sin dai primi istanti hanno affermato che si
trattasse di suicidio e questo è ciò che ha certificato il giudice per
le indagini preliminari di Firenze, lasciando irrisolti decine di dubbi e
questioni fondanti;
considerato che:
resta senza motivazioni la scelta di condurre un incensurato, Niki
Gatti, di 26 anni, accusato di un reato lieve (frode informatica),
solo tra tutti gli altri arrestati, in un carcere di massima sicurezza,
né appare comprensibile la mancata concessione allo stesso degli
arresti domiciliari, riconosciuti invece in casi analoghi. Ad esempio,
beneficia, da oggi, di tale misura, sebbene a seguito di un periodo
di 80 di permanenza in carcere, Silvio Scaglia, l’ex amministratore
delegato di Fastweb, il quale era rientrato spontaneamente
dall’estero e si era presentato ai giudici, come Gatti;
Scaglia era stato arrestato perché ritenuto coinvolto nell’inchiesta
su un presunto maxi riciclaggio di due miliardi di euro. L’accusa che
grava sulla sua testa è quella di associazione a delinquere
finalizzata alla frode fiscale;
non si hanno chiare spiegazioni sul perché alla madre di Niki Gatti
fu riferito della sua detenzione presso il carcere di Rimini nel quale,
invece, non vi mise in realtà mai piede;
rimane poco chiara la questione della presunta telefonata di rito
che Gatti avrebbe fatto a sua madre dal carcere ma che in realtà
non venne mai ricevuta;
non si comprende sulla base di quali informazioni le agenzie di
stampa uscite immediatamente dopo gli arresti definivano Aprile
Gatti titolare della Oscorp (come a volerne accentuare la presunta
colpevolezza), quando in realtà questi deteneva appena il 9 per
cento del pacchetto azionario;
la Procura di Firenze non spiega come sia stato possibile che alle
ore 20:58 del 20 giugno 2008 venisse recapitato a Gatti (che allora
si trovava in carcere) un telegramma proveniente dalla sua stessa
abitazione (che per logica avrebbe dovuto essere sotto sequestro)
che gli ordinava di nominare un nuovo avvocato;
30 giorni dopo l’arresto, l’appartamento di Gatti a San Marino viene

completamente svaligiato. La Procura di San Marino dopo diversi
mesi archivia la denuncia di furto attribuendo ogni responsabilità
dell’espoliazione all’ex ragazza dell’imputato. Eppure non si hanno
tracce del personal computer di Niki Gatti, così come non
emergono ragioni valide a dimostrare come ciò sia potuto avvenire
nella casa di un ragazzo indagato per truffa e successivamente
ritrovato morto;

il verbale del carcere attesta un sereno dialogo tra Niki Gatti ed un
agente (non meglio identificato) alle ore 10 del 24 giugno, stessa
ora e data in cui la perizia data la morte di Gatti;
continua a destare sospetti di non poco conto il fatto che la morte
sia avvenuta durante o subito dopo l’ora d’aria in cui c’è piena
libertà di movimento nel carcere. Così come desta dubbi la
misteriosa sparizione della prima richiesta di opposizione
all’archiviazione presentata da Ornella Gemini, madre di Niki Aprile
Gatti. Le testimonianze dei suoi due compagni di cella,
fondamentali nel confermare il suicidio, non collimano;
non trova risposta il dubbio sul fatto che lacci di scarpe e strisce
di tessuto jeans possano sorreggere il peso di un uomo di 92
chilogrammi, così come non la trova la questione sulla legittima
presenza di lacci di scarpe in un carcere di massima sicurezza o la
capacità per un detenuto di creare a mano strisce di tessuto
jeans;
considerato inoltre che:
la vicenda Telecom Sparkle-Fastweb è stata il più grande scandalo
economico e politico degli ultimi tempi configurandosi da subito
come una truffa dal respiro internazionale costruita attorno alle
regole degli inganni e degli insabbiamenti di un tempo, viva
espressione di questa imperitura liaison dangereuse che unisce in
una sorta di gioco perverso mafia, politica, compagnie telefoniche
internazionali (Telecom e Fastweb), neofascisti legati all’alta
finanza e alla criminalità organizzata, ufficiali delle Forze dell’ordine
e alcuni commercialisti di fiducia;
la questione ruota attorno ad una serie di innumerevoli e
giganteschi flussi di denaro che appaiono e scompaiono tra San
Marino e Londra, Hong Kong e isole Cayman, per poi affluire come
un torrente in piena in conti ben coperti nelle filiali degli istituti di
credito italiani;
è proprio l’asse San Marino-Londra a spuntare in occasione di altre
truffe telefoniche italo-europee: Phuncards-Broker, Eutelia e
l’inchiesta “Premium”;
“Premium” è una vicenda ancora oscura legata alle compagnie
telefoniche come il centro di spionaggio di Telecom Italia, il suicidio di Adamo Bove, lo scandalo Telecom Sparkle-Fastweb;

nel 2006 Adamo Bove, 42 anni, ex poliziotto e responsabile della
security governance di Telecom Italia parcheggiava l’auto a lato
della strada e si gettava dal cavalcavia di via Cilea, nel quartiere
del Vomero a Napoli morendo sul colpo;
da quanto si è appreso, all’epoca il dirigente era indagato per
violazione della privacy per aver “spiato” alcune persone
attraverso una rete informatica e, secondo alcune indiscrezioni, il
suo nome sarebbe anche emerso nel corso degli accertamenti
legati all’inchiesta romana sul “Laziogate”;
dal 1995 al 1998 aveva svolto la sua carriera nelle Forze
dell’ordine, ricoprendo il ruolo di commissario capo nella Polizia. Dal
novembre del 1998 fino a febbraio 2000 aveva lavorato nella
direzione generale di Telecom Italia, con incarichi di security
management a livello nazionale. Dopo la fusione Tim-Telecom,
nell’autunno 2005, era diventato responsabile della security
governance, nell’ambito dell’Unità di servizio security, occupandosi
principalmente degli aspetti legati alla protezione civile e
dell’antifrode;
in seguito alla vicenda gli inquirenti aprirono un fascicolo per
istigazione al suicidio, ma nel 2008 l’inchiesta caso del dirigente
della security governance di Telecom viene chiusa in quanto
secondo il pubblico ministero di Napoli non vi era alcuna evidenza
probatoria a sostegno della tesi che Bove fosse stato gettato da
altri soggetti dal cavalcavia né che fosse stato istigato al suicidio,
si chiede di sapere:
considerati i numerosi dubbi che, nei quasi due anni dalla
scomparsa di Niki Aprile Gatti, non hanno ancora trovato chiare
risposte, quali urgenti iniziative il Ministro in indirizzo intenda
assumere al fine di fare piena luce sulla morte di un giovane
informatico incensurato, arrestato dopo essersi costituito e aver
chiesto di testimoniare nell‘inchiesta Premium;
se non ritenga necessario, per quanto di sua competenza,
adottare le opportune iniziative al fine di verificare la possibilità
che vi possa essere un filo conduttore tra la vicenda “Premium”,
il centro di spionaggio di Telecom Italia, la morte di Niki Aprile
Gatti e di Adamo Bove e lo scandalo Telecom Sparkle-
Fastweb.

Provate anche solo per un attimo a mettervi nei miei panni…sono trascorsi 9 lunghissimi interminabili anni


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NIKI APRILE GATTI, E…SONO TUTTI FIGLI DI MAMMA!

“Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione.”

Victor Hugo

Ti guardo e non so se questo dolore lancinante che mi trafigge il cuore è dovuto alla felicità passata e distrutta o al presente interrotto, o ai tuoi sogni di un futuro brillante ucciso vigliaccamente da mani che a distanza di 10 anni sono ancora libere di accaparrare e uccidere a piacimento chi prova ad opporsi.

il Paese, oggi, sembra praticamente assuefatto dallo scorrere delle notizie che riguardano questi fatti (per tutti sono “fatti” per chi li vive sono…fine-vita-per sempre ). L’abitudine crea dipendenza: così la convivenza con il potere criminale è diventata la normalità.

Nell’accettazione di ciò che normale non è, abbiamo perso di vista i danni reali alle persone, alle cose, all’ambiente,stiamo distruggendo tutto, dai valori più sacri,  alla terra, non chiediamoci poi perchè i giovani sono privi di principi, dove li devono imparare??

Esempio, l’altro giorno parlavo con una cliente e cercavo di spiegarle i danni che provochiamo alla nostra economia acquistando on-line in società offshore, e che i nostri giovani non troveranno più lavoro e saranno obbligati ad andarsene all’estero, lei mi risponde:”Non voglio sembrarle egoista, ma i miei figli sono sistemati!”

Oppure leggo su Fb :”Difenderò mio figlio fino alla morte,come ogni padre degno di tal nome!” più che legittimo, ognuno di noi lo fa!

Se solo pensassimo, che ogni ragazzo ha una madre e un padre, che ogni ragazzo andrebbe “difeso”, che la cliente dovrebbe allargare un pò l’orizzonte e che se l’Italia fallisce, non c’è sistemazione che tenga!!

Se uscissimo tutti dal piccolo recinto individuale e pensassimo che la vita è imprevedibile, se ci stringessimo in una sorta di abbraccio in cui tuo figlio con le sue difficoltà è uguale al mio e che solo andando avanti tutti insieme, si va veramente “avanti”, non lasciando indietro nessuno!!

La battaglia di uno dovrebbe essere quella di tutti, ma l’ho detto tante volte…sono 10 anni che lo urlo, inutilmente.

Gli amori di Niki ♥

(queste foto le ha scattate al fratellino con le cose che più erano importanti per lui ) 

Ho riconosciuto la felicità dal rumore che ha fatto andandosene.

Jacques Prévert


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NIKI APRILE GATTI , IL SUO COMPLEANNO,L’OSCURO MONDO DI SOPRA E CHI SA PARLI!!!

 

Vorrei correre dietro al tempo , tornare a sentire la vera gioia nel cuore,  con te tutto era speciale,  l’ordinario diventava straordinario. Ti sento dentro al cuore, come solo noi sappiamo fare nell’ignoto della vita.  Doloroso credere che il mondo è senza la tua vita, come io sono senza te nel mondo.

La realtà,guardata fissamente,è insopportabile! La tua voce in me è viva , il ricordo in qualsiasi momento può fare di me una bambina singhiozzante.

Tra me e il mondo c’è una coltre invisibile.Fatico a capire  il senso di quello che mi dicono gli altri. O forse fatico a trovare la voglia di capire. Vorrei sempre stare con i nostri ricordi, le nostre risate, la tua sottile intelligenza, il tuo prendermi in giro, i nostri abbracci, la nostra vita!

Avresti compiuto 35 anni, un uomo! Chi sa come saresti stato,chi sa dove eri arrivato con la tua genialità nel lavoro,  con tua moglie i tuoi figli, la tua maturità…niente, ti hanno tolto tutto!

Voglio immaginarti così come nella foto, che voli sopra al mondo, sopra alla cattiveria, la meschinità, l’Ingiustizia, le miserie umane…libero di essere♥ 

“Ti amo per tutte le stagioni che non hai vissuto.
Ti amo per Amore.
Ti amo tra passato e presente.
Ti Amo contro tutto quello che ci illude.
Ti amo per il tuo cuore immortale che io non posseggo.
Ti amo con la mia solitudine piu’ viva del sangue…
Ti amo con il mio dolore nudo……..”
(Paul Eluard …un pò modificata…da me…)

Auguri Amore mio..Auguri ovunque Tu sia♥ ♥

 

Giorni fa mi hanno mandato questo articolo, Leggete!

La parte più scura del “mondo di sopra”

Banda della Magliana, strane Ong, faccendieri, fascisti, nomi che riaffiorano in vicende giudiziarie dalle storie più torbide della cronaca di Roma

di Uriele

Ci sono persone torbide ed eventi del passato indigeribili e indigesti che di tanto in tanto tornano su e si ripropongono. Ne abbiamo notati un paio in questi giorni.

Il primo, una notiziola di cronaca di Roma riguardante un personaggio in relazione a un giudice che ha avuto una linea assai garantista. La persona in questione è Stefano Virgili, cassettista, uomo di Carminati, pluripregiudicato. E’ stato arrestato a Roma dai Carabinieri per violazione grave della sorveglianza speciale, mentre incontrava un altro noto pregiudicato, ma il giudice lo ha rimandato a casa senza particolari obblighi. Virgili è uno degli autori del famigerato colpo al caveau al Tribunale di Roma capitanato da Carminati; il colpo fruttò dei documenti “d’oro”  di uomini potenti oltre che ingenti quantità di danaro e preziosi. Stando al giornalista d’inchiesta Lirio Abbate con quei documenti Carminati e alcuni dei suoi si costruirono una vita, diciamo, protetta. Ma, guarda caso, Virgili quando è stato arrestato recentemente dai Carabinieri parlava col pluripregiudicato già suo complice  al colpo al caveau; e Facchini oggi sembra svolgere incarichi di faccendiere con ditte che commercializzano microspie. Ma con Facchini e Vigili, cassettisti, era lì al colpo al caveau un altro specialista di scassinatura di casseforti, Manlio Vitale, er Gnappa, un uomo che sembra ricattare Scarpellini da anni per cifre cospicue, riscosse con cadenza settimanale dentro… al Senato. In effetti er Gnappa si vestiva in giacca e cravatta una volta a settimana e riscuoteva il dovuto da collaboratori di Scarpellini all’interno del Senato; i Carabinieri cercando di capire gli accessi al Senato der Gnappa stanno ricostruendo la tela di rapporti strani della relazione Gnappa/Scarpellini e sono oggi indagati Ciocchetti (ex deputato UdC, poi di FI, poi Fittiano), la ultracattolica tradizionalista Irene Pivetti, Mirko Coratti (oggi del PD, ex tutto, sotto processo per mafiacapitale), e svariati funzionari parlamentari. Ma Stefano Virgili è uomo anche noto per avere cercato di “incastrare” l’ex magistrato Fernando Imposimato e sembra sapere tante cose pure sulla morte anomala in carcere di Niki Aprile Gatti. Virgili, altro che un Carneade qualunque.

Il secondo, l’inchiesta giudiziaria di Woodcock e Ielo, cioè di due procure della Repubblica, sulla vicenda Romeo/Consip. Tutti i mass media riportano notizie e commenti in tutti i formati su un altro Romeo, indagato per il caso Raggi, il sindaco di Roma. Con tutto il rispetto per l’inchiesta su Raggi/Comune di Roma, il caso Romeo/Consip è di ben altra gravità e rilevanza finanziaria, ma “stranamente” non ne scrive o tratta quasi nessun quotidiano e ci sono anche poche notizie di agenzia. Solo il Fatto del 10.02 titola “L’amico di babbo Renzi dietro l’Unità a Romeo”. Si tratta di una inchiesta relativa al più grande appalto d’Europa di 2.7 milioni di € sotto l’egida di CONSIP per il cosiddetto facility management, nell’indagine sono implicati pure il renziano di ferro Lotti e il Comandante Generale dei Carabinieri (qualcuno dovrebbe spiegare la liceità della recente disposizione emanata durante il Governo Renzi sull’obbligo per la polizia giudiziaria di riferire delle indagini ai superiori gerarchici di corpo: praticamente i carabinieri dovrebbero riferire al loro Comandante Generale delle indagini proprio a suo carico: neanche nello Zimbabwe!). Si risconta una lunga teoria di società schermo che hanno agito per “agevolare” i disastri finanziari della renziana L’Unità. In questo affair leggiamo coinvolto il finiano di ferro e uomo campano dalle controverse aderenze passate e presenti Italo Bocchino. Ieri avevamo letto che nel corso delle indagini erano stati perquisiti gli uffici di Rocco Borgia, cui fa riferimento la società Sviluppo srl. Ma chi è questo novello Carneade? Si trovano pochi riferimenti sul web, alcuni siti lo danno uomo delle cooperative “rosse”, quello che è certo è si tratta di un massone storico, presente nella lista pubblicata da Popoff, che si muove tra Roma e la Calabria. Inoltre di Rocco Borgia figura il suo nome in interrogazioni parlamentari di Elio Lannutti nella precedente legislatura e di Laura Castelli nella attuale.  Agiva in Somalia, in tutti i momenti critici fino a un decennio fa nella ONG CINS, con un alter ego apicale nel CINS che era tale Umberto Santich. La Farnesina nelle risposte parlamentari non è stata in grado di riferire se Umberto Santich sia lo stesso Umberto Santich sotto processo a Roma per lo scandalo Orsi, PM Paolo Ielo, e lo stesso Umberto Santich, consulente della Farnesina ai tempi di Frattini, e infine lo stesso Umberto Santich sotto indagine a Vicenza per il dissesto della Thermoplast. Comunque nella risposta del 2012 all’interrogazione Lannutti la Farnesina faceva sapere che Rocco Borgia era tra i rinviati a giudizio ”per i reati di cui agli articoli 54, 110 e 640-bis del codice penale dalla procura della Repubblica di Roma per truffa ai danni del Ministero” degli Esteri. Vicende strane, direi anodine, atre e oscure.

CHI SA PARLI!!!

 

 

 


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